Carmen Melis incontra Eleonora Duse

Non tutti sanno che il soprano cagliaritano Carmen Melis incontrò  Eleonora Duse la più grande attrice di tutti i tempi, un vero “mito” del teatro di prosa italiano che, col suo smisurato talento e con la sua grande naturalezza, ha rappresentato grandi autori come D’Annunzio,Verga, Ibsen e Dumas.

Nata in una stanza d’albergo dove la madre, attrice girovaga, sostò per partorire, Eleonora Duse non frequentò mai la scuola, ma a quattro anni era sul palcoscenico: per farla piangere, come richiedeva la parte, qualcuno dietro le quinte la picchiava sulle gambe. A dodici anni sostituì la madre ammalata, nei ruoli di protagonista della Francesca da Rimini di Pellico e nella Pia dé Tolomei di Marenco.

Nel 1873 ottenne un ruolo stabile, infatti, sostenne parti da ingenua nella compagnia paterna, e nel 1875 fu seconda donna nella compagnia Pezzana-Brunetti, e nel 1878 fu assunta con il ruolo di prima amorosa nella compagnia Ciotti-Belli-Blanes.

Ottenne il primo grande successo nel 1879 interpretando a capo di una compagnia con Giacinto Pezzana, la Teresa Raquin di Zola. A ventitré anni era già prima attrice, a ventinove capocomica: sceglieva il repertorio e la troupe, era responsabile della produzione e delle finanze. E tutta la vita impose le sue scelte, portando al successo autori di rottura, come il Verga di Cavalleria rusticana, che rappresentò nel 1884. Tra i maggiori successi di quegli anni troviamo La principessa di Bagdad, La moglie di Claudio, La signora delle camelie e molti altri drammi di Sardou, Dumas e Renan tanto per citarne alcuni.

Ma in che modo la Duse incontra il soprano cagliaritano Carmen Melis, alla quale è stato dedicato il teatro nel Parco della Musica di Cagliari?

A raccontare il ricordo della Duse con la Melis è il soprano Marcella De Osma (per anni insegnante al Conservatorio di Cagliari , che è stata allieva della stessa Melis.

La testimonianza è stat raccolta dalla musicologa Mariella Longu amica della De Osma.

Si erano conosciute a uno spettacolo di prosa e la Melis entusiasta era andata a complimentarsi in camerino. Essendo entrambe molto famose i complimenti sono stati reciproci, sono rimaste a chiacchierare e da lì è nata una amicizia sfociata nel tempo anche in suggerimenti teatrali. Tra questi uno adottato dalla Melis fu quello di uccidere Scarpia usando un coltello retrattile tenuto stretto vicino al corpo senza gesti evidenti di aggressione a significare una difesa disperata ma anche la paura di farlo, cosa che è molto nell’ animo femminile.

È lui, Scarpia, che gridando “Finalmente mia” si butta su di lei e quindi sul coltello che era l’ ultimo baluardo. Tosca era femminile al massimo e quindi titubante nella violenza fisica mentre lui praticamente buttandosi su di lei paga da solo la sua arroganza trovando davanti il coltello tenuto fermo in mano accanto al corpo da Tosca.

Era il contrario dei grandi gesti di accoltellamento che ancora si usano ma molto femminile e rappresentativo di un animo fiero ma insieme non violento nella sua natura.

Un commento

  1. È stato un segno di grande generosità e rispetto da parte di una diva famosa nei confronti di un’ altra altrettanto famosa sia pure in differenti forme teatrali. Allora (come oggi) molti artisti noti per delle originali particolarità tendono a tenere per sé i segreti dei loro successi. La Duse evidentemente faceva parte invece di quegli esseri umani capaci di far dono di sé e del loro sapere benché davanti avesse una diva altrettanto famosa della quale (più giovane) avrebbe anche potuto sentirsi rivale. Ma la rivalità appartiene ai mediocri e mai ai grandi.

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