Questa sera, giovedì 15, alle ore 19.00 e 21.30 al Cinema Odissea si parlerà di NEMOS con il regista Marco Antonio Pani
NEMOS
L’Odissea come non si era mai vista prima: un viaggio in lingua sarda interpretato da pastori, contadini, artigiani, pescatori e marinai che, attraverso l’improvvisazione guidata, danno vita a un racconto dolceamaro, epico, ironico e universale, in cui la modernità si intreccia con l’impronta e la forza delle tradizioni.
Nelle sale di tutta Italia arriva “Nemos, andando per mare”, il nuovo film di Marco Antonio Pani, una produzione Altamarea Film di Milano distribuita da My Culture.
E non è soltanto una rilettura in chiave fantastica della grande opera di Omero. È una favola in bianco e nero fuori dal tempo, uno sguardo sottile e divertente sul mondo che cambia, sul senso di appartenenza, sull’amicizia e sull’accoglienza. Un volo onirico in un sogno chiamato Sardegna, da cui si parte e si riapproda sempre.
Una terra ancestrale e attuale al contempo.
Il film è stato presentato il 7 maggio al Cityplex di Sassari da Marco Antonio Pani, che lo ha scritto e diretto, dal produttore Mario Castagna e dall’attore protagonista, Giovanni Masia, allevatore di Olmedo che con Pani vanta una lunga collaborazione a partire da “Panas”, per proseguire con “Capo e croce” e “Il maialetto della Nurra”.
Del cast fanno parte l’attrice sassarese Francesca Niedda nel ruolo della dea Atena, la modella sassarese Silvia Senes in quello di Calipso e la studentessa di farmacia Luana Fais, di Ittiri, al debutto nell’interpretazione di Nausicaa. La regina Arete è Valentina Carta di Orosei e il re Alcinoo è Francesco Spada di Ittiri. Ci sono anche i poeti estemporanei Giuseppe Porcu e Bruno Agus, che in chiave tutta isolana introducono la storia di “Odisseu” in versi e rime, accompagnati da diversi gruppi di canto a tenore di Orosei.
La storia si arricchisce di personaggi singolari come Coccoi, Rafaele, Cartuccia, Giommaria, Domenico e Ventroni, tratti dai veri nomi e soprannomi degli attori. «L’idea è nata nel lontano 2006 subito dopo l’uscita di Panas, ma operativamente solo nel 2017 con l’intento di ispirarsi al concetto di tradizione orale, una trasmissione del sapere in continuo mutamento – ha affermato Pani –. In Sardegna abbiamo una forte componente di tradizione orale che riguarda sia la poesia che la musica, le leggende e le narrazioni mitologiche sui fenomeni della vita che ci colpiscono, trasformati sotto forma di cogas, panas e altre figure – ha proseguito il regista –. Questa presenza dell’oralità mi ha convinto che potevo rileggere l’Odissea e farne un racconto nuovo che viene fuori dall’improvvisazione».
Un’improvvisazione che, pur nel rispetto di precisi canoni cinematografici, ha permesso al film di maturare durante le riprese giorno dopo giorno arricchendosi della carica espressiva dei protagonisti. La stessa evoluzione è avvenuta per il trucco, la scenografia, la fotografia e i costumi. E se il cast è tutto isolano la troupe è invece internazionale, formata dai migliori talenti tecnico-artistici sardi con una direttrice di produzione, Anamaria Del Grande, proveniente dal Brasile, e il direttore della fotografia, Quique Lopez Real, dalla Catalogna.

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