Recensione de “La Favorita” al Lirico di Cagliari

Di Giorgio Pitzalis

Qualche mia rapida impressione sulla recita della donizettiana “La Favorita” della scorsa domenica al Teatro di Cagliari.
Innanzitutto mi è piaciuto lo spettacolo (regia, scene, costumi) d’impianto tradizionale (e senza alcuna accezione negativa, d’uso ormai da tempo, per questo termine, quando lo si riferisce a un’Opera Lirica), scorrevole e ben aderente all’andamento della musica (pur con qualche “smania” di troppo del novizio Leonora all’ultimo atto) facendoci bypassare impunemente la (ridicola) traduzione italiana dell’originale libretto francese.
La “Direttore” Beatrice Venezi ha guidato con mano sicura buca e palcoscenico facendomi ricredere (positivamente) su alcune Sue precedenti performance cagliaritane e se aggiungesse una maggiore sensibilità “belliniana” alle tante parti che le abbisognano (penso al “Vien, Leonora”, al “A Tanto Amor” ma in particolare al duetto Alfonso-Leonora) in aggiunta alla Sua conduzione “pre-verdiana” (ma il Nabucco è dell’anno successivo a La Favorita) forse raggiungerebbe un sapore più propriamente “donizettiano”.
Le voci mi sono parse tutte oltre il limite della piena sufficienza : l’ottima tecnica ed esperienza interpretativa di Antonino Siragusa hanno ben risolto le difficoltà vocali di una parte scritta per il mitico Duprez e se il timbro non è quello dei “Grandissimi” a me interessa meno la Leonora della Kato è stata anch’essa buona pur se, con una vocalità più da soprano Falcon che da mezzosoprano italiano, ha riempito la sala con potenti acuti piuttosto che con le tenui frasi di petto; l’ Alfonso della bella voce baritonale di Salerno avrebbe avuto bisogno, per mio conto, di un indirizzamento più cantabilmente lirico (vedi sopra) nelle sue parti che sono le più elegiache dell’opera (e NO…non avevo sentito di recente il “Re” Battistini!) ma, nel compenso, avercene vocalità come la Sua!
Il potente strumento di Chikviladze ha reso giustizia al ruolo di Baldassarre che, con il sublime “Splendon in Ciel…”, apre uno dei più bei IV Atti dell’Opera (a detta di Toscanini e io mi…accodo!).
Buoni gli altri co-protagonisti e sicura ma qui e lì un po ridondante, l’Orchestra. Il Coro sta riacquistando l’antica pienezza nella componente femminile, meno nella corde maschili ma qui mi viene il dubbio che in gran parte non sia dovuto all’infelice (acusticamente) vastità del nostro palcoscenico che penalizzerebbe soprattutto le voci collocate più lontane dal proscenio.
Le due compagnie di canto che si alternano nelle otto recite, prevedono nei ruoli dei protagonisti: Damiano Salerno (6-8-11-13-15)/Jorge Nelson Martínez (7-10-12-14) (Alfonso XI); Nozomi Kato (6-8-11-13-15)/Emilia Rukavina (7-10-12-14) (Leonora di Gusman); Antonino Siragusa (6-8-11-13-15)/Matteo Desole (7-10-12-14) (Fernando); Ramaz Chikviladze (6-8-11-13-15)/Alessandro Abis (7-10-12-14) (Baldassarre); Andrea Schifaudo (6-8-11-13-15)/Carmine Riccio (7-10-12-14) (Don Gasparo); Michela Varvaro (Ines).
Giorgio Pitzalis storico abbonato delle stagioni al Teatro Lirico di Cagliari

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