Paura di volare
Grande è il mondo, immenso lo spazio, infinito il tempo
per chi viaggia ingombro di materia
spinto da avidi disegni;
duro e incerto il cammino del mio spirito
che senza guida
lascia i miei sensi e vola!
Triste è il ritorno ai miei pensieri,
pavido il mio cuore
che trepido misura ogni movimento
mentre giaccio
di colpo ridestato
strappato ai miei sogni!
Ma ora capisco i miei peccati
E riconosco le mie umane debolezze,
le barriere su cui si infrangono
le mie fughe disperate,
il sole che squaglia le mie cèrule ali,
la mia carne che chiama carne;
e resto qui, solo,
con la paura di volare.
2.
Una generazione errante
I
Quando potrò lasciare i lustri panni
Che dipingono al mondo un falso quadro
E dare vita a quanto c’è in me
Di più vero?
Quando rimetterò alla fronte la mia fascia
E l’orecchino da pirata avventuriero
Per le strade a suonare amore e rabbia
D’una generazione che non vuole
Morire?
II
Ahi, tempo beffardo,
sei passato, sogno psichedelico
Di libertà
Viaggio di fantasia
Per le strade del mondo?
III
Quando potrò lasciare
Ancora questa mia forma terrena
Che m’imprigiona dentro le banalità dell’ovvio
Di chi non cerca nella vita altro che pane,
nella finzione d’un popolo bambino
che gioca, con ostentata superbia
e insensibile grigio rigore,
la sua vita e il suo destino
con l’intricata grandezza del Cosmo?
3.
IL VIAGGIO NELL’UNIVERSO
No, tu non eri pronto per il viaggio verso l’universo
Nel Tutto infinito che ci circonda
piccola pausa spazio-temporale,
invisibile pulviscolo
nelle complesse ruote del Cosmo.
No, tu non eri pronto!
Chi lo sa cosa farai ancora
dentro quei tuoi panni di uomo?
Dentro il tuo tempo puoi essere che puoi,
ciò che vuoi.
Un uomo assorbito nei suoi affetti, nei suoi amori,
con molte gioie, mille piaceri, tanto potere
ed un tramonto grigio e disperato.
Un uomo solo, che cerca tra la sua gente
Le verità nascoste dietro ai pregiudizi
e riposte negli anfratti della nostra mente,
nelle pieghe antiche del Libro del Mondo.
Oppure andrai lontano, spinto dalla paradisiaca,
ulissica volontà di sapere,
oltre i confini del conosciuto!
No, tu non eri pronto per il tuo viaggio nell’Universo.
Ti hanno fermato i visi amati, ahi, quanto amati;
i tuoi mali, il tuo misero potere;
o forse era solo la tua barca,
ancora troppo fragile per affrontare
il mare fluttuante di misteriose tempeste nello Spazio.
Dovrai godere e soffrire ancora,
racchiuso in quei confini di materia,
prima che tu possa meritare di ricongiungerti
alla Divina Unità che Tutto ha generato.
4.
Il giardino proibito
Nei giovanili baccanali
Gozzovigliavo ignaro
Del prezzo già pagato per la mia libertà!
E oggi
Quando osservo
Gli schiavi incatenati
Che scontano il censo
Delle debolezze umane
A stento varco
Quel labile invisibile confine
Che mi separa
Dal giardino proibito.
Aiutami Signore
A restare fedele
Alle promesse fatte.
5.
Pellegrino sulla Terra
Chi mi aiuterà
Nella notte buia
Sul cammino deserto
Che conduce a Te?
Non cederò agli inganni
E ai miraggi
Se Tu mi aiuti, Signore!
Fammi bastare
Il pane impastato
Dalle sua mani
Fammi gustare
L’acqua che sgorga
Dalla Tua fonte
Mentre son pellegrino
Sulla terra
6.
La seconda volta sognai il mare
La secondo voltai sognai il mare
Non era quello piccolo
Quello nostrum
era ampio
Come un oceano
E la risacca mi portava via
Ma non ero triste
Non voglio essere triste
Al di là delle mie speranze,
al di là delle promesse
vere o vane che esse siano
non vedo perché non dovremmo gioire
nel lasciare questo triste mondo.
7.
Come Ulisse ho navigato
Come Ulisse ho navigato
A lungo per monti e per mari.
Io non seguivo
Virtute e canoscenza
Ma mi baloccavo per lande desolate
Ammaliato da sirene mendaci
e disputavo ai porci carrube
negli antri oscuri e fangosi
del mondo incantato di Circe.
Ma ora sono giunto alla mia Itaca
E da lì ripartirò soltanto
Per ricongiungermi
Alla casa del Padre!