Cagliari Sa Costa

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di Luca Porru

Il primo Capra a nascere in Sardegna fu quindi Giovanni Battista, figlio di Antonio Giuseppe. Le finanze della madre, anche se scarse, gli consentirono tuttavia di prestare servizio a pagamento presso un mastro titolato per alcuni anni per imparare un mestiere. La vita di mozzo di casa era dura.

Il giovane Capra doveva lavorare duramente giorno e notte, sia da sano che da malato. In cambio il mastro lo avrebbe vestito e mantenuto come faceva con gli altri mozzi di casa e gli avrebbe insegnato una professione. Dopo pochi anni Giovanni Battista imparò l’arte e la imparò bene. Alla fine del 1767 infatti, dopo solo alcuni mesi dalla morte del padre, finiva l’apprendistato ed era ormai pronto per sostenere l’esame per diventare calzolaio. Superato l’esame, il giovane Giovanni Battista dimostrò subito il proprio valore professionale, aprendo una bottega ed entrando a far parte del gremio dei zapateros. L’appartenenza al gremio garantiva a Giobatta tutta una serie di privilegi: assistenza in caso di malattia, varie commesse assicurate presso diversi privati, e un fondo dal quale attingevano gli aggremiati nei momenti di bisogno.

Ma Giobatta Capra non si limitò a sfruttare i privilegi che il gremio gli assicurava. La sua bottega ospitava diversi garzoni ed egli, oltre a svolgere con successo la propria professione, cercò fin da subito di ampliare il suo raggio d’affari. Oltre all’esercizio della professione Giobatta si impegnò alacremente ad incrementare le sue entrate finanziarie.

Inizialmente i suoi traffici riguardarono principalmente piccole speculazioni finanziarie come l’acquisto e la rivendita di censi gravanti su proprietà immobiliari a Cagliari e nei paesi vicini, accompagnate da una modesta attività di credito a terzi. Si mise così a prestare denaro alle più svariate persone, dai contadini in difficoltà dopo una cattiva annata agli artigiani che dovevano rifornirsi di strumenti o altre materie prime. Erano tutti prestiti di piccola entità che non superavano mai le 40-50 lire sarde per volta. Questa piccola attività creditizia, unita ai proventi della sua professione gli consentirono tra il 1770 e il 1785 di mettere da parte un discreto patrimonio.

Durante gli anni del suo tirocinio, Giovanni Battista aveva avuto modo di farsi notare per la sua intraprendenza da un importante artigiano cagliaritano, il mastro muratore di Stampace Agostino Randaccio e da suo fratello Vincenzo, anch’egli muratore.

Loro fratello maggiore era poi Francesco Angelo Randaccio, un notaio molto noto e stimato in tutta la città. L’intraprendenza del giovane era ben riposta. Dopo appena un anno, il 31 luglio del 1768 Giovanni Battista Capra, diciottenne, sposava, nella chiesa di sant’Anna in Stampace, Anna Randaccio, la sedicenne figlia di Mastro Vincenzo e di Francesca Gasia.

La famiglia Capra si era col tempo ingrandita. La nascita dei figli Agostina (1773), Giuseppe (1778), Teresa (1781) e Salvatore (1785), ai quali si sarebbero aggiunti negli anni successivi altri dieci figli, tra cui Francesca (1787), Caterina (1789) ed Efisia (1792), rendevano sempre più necessaria una nuova sistemazione. Il giro di affari di Giobatta del resto si era notevolmente ampliato. Ormai da qualche anno aveva infatti intrapreso un’attività di rivendita di chincaglierie e di generi vari, che affiancava alla sua prima attività di calzolaio. Aveva dunque bisogno di un nuovo magazzino e di un nuovo negozio.

La scelta cadde su una piccola bottega con annessa abitazione sita nella calle della Costa, l’odierna via Manno, in quello che era allora il cuore pulsante della Cagliari del commercio. La strada era stata occupata in prevalenza, almeno fin dal quindicesimo secolo, da quelle abitazioni minime comunemente definite case grotta, ossia cavità scavate nella roccia che anticamente costituivano le basi della strada che costeggiava, da cui probabilmente il nome Sa Costa, la salita per il Castello. Queste case vennero progressivamente affiancate da botteghe e case terrene o a più piani edificate da professionisti, ecclesiastici, commercianti e specialmente artigiani, a ulteriore conferma della vocazione commerciale e professionale del quartiere della Marina.

Negli anni successivi Mastro Giovanni Battista Capra ebbe modo di consolidare le sue fortune e di acquisire sempre maggior credito come calzolaio, nella sua bottega aveva ormai diversi garzoni alle proprie dipendenze e giungendo, nell’ultimo decennio del Settecento, a raggiungere la carica di Maggiorale in capo del Gremio dei calzolai di Cagliari.

Gruppo Facebook che raccoglie i discendenti della famiglia di Giovanni Battista Capra

 

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  1. anche io aspetto la prossima puntata… a proposito molti complimenti a Luca Porru per le sue preziose ricerche…in famiglia esiste anche un altro storico :Carlo Capra , uno dei figli di Zio Agostino anche lui figlio di Tukeri…

  2. Vedo che le ricerche sui Capra continuano,ma non capisco da quale ramo discenda Luca Porru perché tra i miei cugini primi non ricordo nessuno che si chiamasse cosí
    La spada di Garibaldi che aveva la mia bisnonna Antonietta sposata Traverso l’aveva mio nonno materno Io,purtroppo é stata rubata circa 50 anni fa.ho foto della famiglia di mio padre Renzo e vedo se riesco a farle pubblicare,aspetto che mio figlio Gen mi aiuti perché io non sono in grado di farlo.
    Buon fine settimana a tutti i Capra dovunque si trovino

  3. Io ho raccontato quello che diceva mio nonno materno figlio di Antonietta,sarei felice se la spada sia a Caprera ,forse come succede per le reliquie dei santi ci sono molte bufale.
    Buona domenica ad Alessandra e ai tutti i Capra dovunque siano

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