E’ proprio vero che non si smette mai di imparare! Ho scoperto in questi giorni un nuovo modo di fare teatro. Beh, non proprio nuovo. Il radiodramma probabilmente è una delle prime cose nate con la radio.  La novità  è il modo in cui viene realizzato oggi un radiodramma. L’ho scoperto chiacchierando con un’amica , l’attrice Michela Atzeni che proprio in questi giorni è impegnata appunto in un Radiodramma.

Michela Atzeni è un’attrice  cagliaritana che dopo una laurea in ingegneria e una specializzazione  in progettazione strategica per la valorizzazione delle risorse architettoniche urbane e ambientali,  ha deciso di fare il grande passo: lasciare la Sardegna e trasferirsi nella penisola, a Torino, per seguire la sua vera passione: il Teatro. Il 21 Giugno scorso in tanti hanno potuto ascoltarla e vederla in occasione della Giornata della Musica organizzata dal Teatro Lirico di Cagliari.

Michela, come mai questo traferimento ?

Avevo bisogno di nuovi stimoli, di fare nuove esperienze per avere più possibilità lavorative.

Nel maggio scorso ho fatto un provino che andò bene,  per Fonderia Mercury e Accademia dei Filodrammatici (Radio 3 ha trasmesso la serata in diretta), coordinato da Sergio Ferrentino.

Lui è un professionista eccezionale ma soprattutto un maestro vero, di grande umanità.

Sergio Ferrentino è Autore, conduttore e regista radiofonico. Voce storica di Radio Popolare collabora con il settore prosa della Radio Svizzera e dal 1997 con Radio Rai dove ha realizzato trasmissioni come Caterpillar, Catersport, UNIRai e Radiobellablù. E’ stato docente della Scuola Holden di Torino e attualmente insegna drammaturgia radiofonica allo IULM (Libera Università di lingue e comunicazione) di Milano.

Ha un curriculum che…se lo avessi letto prima di andare a fare il provino a maggio….mi sarei bloccata.

E quindi, dopo quest’esperienza a Milano cosa è successo?

Che a settembre Sergio mi ha richiamato per propormi una parte in un radiodramma di un altro suo progetto autorevole dove, anzichè autori emergenti, scrivono per lui radiodrammi originali autori molto famosi al momento: Carlotto , Luccarelli, Corrosa, Dazieri.

 Come funziona?

Gli autori scrivono il radiodramma, o meglio un racconto da trasformare in radiodramma , Sergio fa l’adattamento e la sua struttura, che vanta le tecnologie più avanzate, si occupa della produzione. E’ un’esperienza meravigliosa perchè sembra di fare un film al microfono. La cosa bella è che l’audiodramma  viene registrato si, ma in diretta col pubblico presente in sala. Il pubblico ha le cuffie, per cui vede noi ma sente le nostre voci in cuffia come se fosse a casa davanti alla propria radio.

Ma voi recitate anche dal punto di vista scenico?

No,  noi recitiamo al microfono e gli altri attori quelli non impegnati in quel determinato momento, fanno a i rumori, ma l’emozione è la stessa che se dovessimo fare la scena , è come il cubismo.

Ti puoi spiegare meglio?

La scena viene deframmentata: l’attore parla con le parole del personaggio, un altro fa i suoi passi, un altro fa i rumori delle sue azioni.

Se mentre parlo prendo un caffè ad esempio, e mi muovo nella stanza o magari  bevo dell’acqua, un’attrice coi tacchi fa i miei passi vicino ad un altro microfono ecc.

Fantastico! Ma se io volessi ascoltare un radiodramma, cosa devo fare?

L’audiordramma si può scaricare on line (a pagamento) e ascoltarlo,  oppure ci sono le repliche a teatro dove si guarda e si ascolta.

Quale sito si deve aprire per acquistare un radiodramma?

Ecco, in questo sito ognuno sceglie ciò che più gli interessa.

http://www.fonderiamercury.it/product

Quanti audiodrammi hai fatto?

Io per ora ho fatto i 3di Crediti d’autore (di uno ero la protagonista) e 1 per “Autorevole”. “Autorevole” è il nome del progetto di radiodrammi

Lo rifaremo il 15 dicembre a Courmayer poi ovviamente spero di continuare a collaborare con Sergio perchè davvero ha tanto da insegnarmi e lavorare con lui mi piace da matti: si lavora bene sempre con enorme serenità ci si diverte, si fatica, ci si strema ma sempre col sorriso riesce a creare un ambiente lavorativo fantastico ed è davvero un regista straordinario.

Ad ogni modo, io folgorata dall’esperienza di maggio ho scoperto che a Torino c’è una scuola triennale di doppiaggio ed ho fatto l’esame di ammissione.

E come è andata?

Mi hanno ammesso direttamente al secondo anno per cui essendo più vicina a Milano e mi è stato facile accettare questo lavoro.

 Insomma, mi sono infilata nella più difficile delle specializzazioni per un attore sardo!.

Non abbiamo parlato di musica. Tu sei anche una musicista, non avrai intenzione di abbandonarla?

No, impossibile. Per non perdere tempo ho superato la selezione per entrare alla Scuola Civica in  canto jazz : ci sono solo 10 posti, c’è il limite d’età ect ect. spero di farcela anche qui.

Coraggio, sarai premiata per tutti questi sacrifici!

Mi piace troppo cantare, e una doppiatrice che canta ha una marcia in più.

Ti mancherà la tua terra?

Penso proprio di si, io la Sardegna la amo, come potrei non  amarla?

www.michelatzeni.it

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