Il giovane geometra Francesco Secci ha realizzato in scala, un modellino del Monumento ai Reduci dalle Patrie Battaglie usando cartoncino riciclato.

Il monumento, (che vedete in testa all’articolo ) è situato nel Cimitero Monumentale di Bonaria, sul colle accanto alla Società degli Operai, nella parte in alto a destra, vicino all’ingresso secondario di via Ravenna.

La Società dei Reduci viene fondata nel 1872 ad iniziativa del generale Luigi Castelli e ha sede  presso la sua abitazione in via Canelles. La collocazione della prima pietra del Monumento avviene il 13 luglio 1884, alla presenza delle maggiori autorità civili e militari, di rappresentanti di varie testate giornalistiche, del canonico Mura, che officia la parte religiosa e del sinadaco Ravot. Alla morte del generale Castelli, viene eletto presidente Pietro Ghiani Mameli; la società si occupa delle manifestazioni in memoria dell’Unità d’Italia e delle Guerre d’Indipendenza e organizza grandi ricevimenti in memoria dei caduti a cui partecipano molti cittadini cagliaritani.

Segue alla presidenza, dal 1887, il maggiore Carlo Pellegrini. La società invia, intanto, richieste di aiuto allo Stato riguardo la condizione economica di molti reduci che vivono miseramente. La società attraversa anche periodi di polemica riguardo la partecipazione alla politica di alcuni suoi soci e perde il suo capitale a causa del crack bancario degli anni ’80 dell’Ottocento. Nonostante questo, dà assistenza medica ai soci, medicinali gratuiti, sussidi finanziari in caso di malattia o decesso.

I memoriali per le battaglie di San Martino e Solferino continuano e l’onorevole Salaris, nel 1891, diventa presidente della società. Salaris muore nel 1900 e alla presidenza seguono Felice Mathieu, Zara e Campurra. Nel 1901 viene inaugurato il busto marmoreo di Salaris, con discorso di Cugia e del parlamentare Bacaredda.

Il monumento ospita, al suo interno, le tombe dei reduci, mentre all’esterno le tombe della Fratellanza Militare, che lo gestisce. Dal punto di vista architettonico è caratterizzato da una grande cancellata a cui si accede dopo qualche gradino, con un ampio colonnato ai lati del quale vi sono due lapidi. All’interno vi sono circa 150 tombe, che ospitano anche alcune mogli dei reduci e al centro si trovano il busto di Francesco Salaris e il mausoleo del generale Luigi Castelli, di Gabriella Corte, Fanny Angioni Castelli e Agostino Castelli.

Le condizioni attuali richiedono degli interventi di manutenzione, specialmente del ferro e degli intonaci. L’ingresso è sovrastato da un timpano triangolare con scolpito lo stemma della famiglia reale dei Savoia.

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