di Adri Bruno

Ce lo siamo sempre tenuto stretto Gigggi Riva.
Nonostante siamo continuamente bombardati da pubblicita’ di oggetti di consumo, di red carpet su cui camminano i Divi che riempono i film che ci fanno emozionare, nonostante i social , dove siamo tutti saccenti , psicologi, avvocati, artisti etc, nonostante tutto il progresso , nonostante stiamo distruggendo il pianeta…..,nonostante tutto cio’, ce lo siamo tenuti sempre stretto il nostro GiggiRiva.
L’Onesta’, la Semplicita’, la Generosita’, la Gratitudine: quindi dentro di noi contano piu’ di tutto. Ha amato piu’ lui la Sardegna che molti sardi.
Gigi Riva ha compreso profondamente la Sardegna. Ha scelto di essere uno di noi.
Dov’è oggi un calciatore che rinuncia a trasferirsi in un’altra squadra dove verra’ pagato il doppio? Il triplo?
Gigi Riva lo ha fatto. Ha rinunciato a cifre astronomiche per restare con noi. E negli anni ha continuato ad essere sardo tra i sardi. E noi abbiamo continuato ad amarlo, a considerarlo parte di noi.
Quando ero bambina ha regalato serate memorabili incollati davanti alla televisione : le urla di gioia di mio padre , mia madre, mia zia che quasi saltava nel divano , e di noi bambini, quando rombo di tuono con il suo micidiale sinistro segnava i goal!
Lo scudetto del Cagliari! E i mondiali!!
Sebbene molte mie compagne di scuola media raccontassero di averlo incontrato per strada, a me non e’ mai successo.
Nel 1986 vendevo rose nei ristoranti. Giravo con un cestino pieno di rose e avevo il mio stile: chiedere il permesso ai padroni dei locali se potevo girare tra i tavoli, non parlare ma mostrare nei vari tavoli una rosa. Allontanarmi se qualcuno tirava sul prezzo come al mercato. Ho incontrato persone di vario tipo: dai simpatici, ai maleducati. Un lavoro che mi divertiva ma che non poteva durare a lungo.
Una sera in un ristorante del quartiere La Marina di Cagliari, in un tavolo era seduto Gigi Riva. Era solo. Come mio solito mi sono avvicinata ai tavoli mostrando una delle rose. Mi sono avvicinata al suo tavolo, Gigi Riva doveva avere 45/ 48 anni , piu’ o meno.
Se da ragazzo era carino, devo dire che nella maturita’ era bellissimo.
Non ricordo se ha comprato o no la mia rosa, quello che mi ricordo, che mi e’ rimasto dentro, e’ il suo sorriso timido e gentile.
Un vero Signore. Una gentilezza incredibile.
Che vuoto ! Vedere i video dove lui e’ dentro una bara di legno e’ doloroso. Perche’ una parte di noi e’ stata strappata.
Ma ora sara’ Immortale.
Sara’ amato, ricordato , rimpianto per l’Eternita’.
di Pio Bruno
La scomparsa di Gigi Riva mi ha lasciato attonito. Mi sono reso conto che per tutta la mia vita, la sua discreta presenza veniva considerata come qualcosa di scontato, parte dell’aria che respiravo o della luce che certe mattine illumina la città distesa tra la Sella del Diavolo e Castello, quasi un remoto riverbero di quella luce che nella tarda primavera del 1970 aveva inondato la vita dei cagliaritani.
Qualcosa di immutabile, non scalfibile dall’idea di una fine, come la confortante idea di un padre, di una madre, di un fratello, di una sorella, che non moriranno mai. Invece i nostri cari se ne vanno e, increduli, ci risvegliamo all’improvviso da soli. E in un malinconico tramonto, a stento tratteniamo le lacrime.

Foto Dietrich Steinmetz – Funerale di Gigi Riva

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