The LAST WEEK è il titolo del musical cui ho assistito ieri sera a Cagliari al Teatro Massimo. Lo spettacolo era ispirato al famosissimo Jesus Christ Superstar il film- opera rock che ha segnato la mia adolescenza ma soprattutto il mio percorso musicale.  Devo dire che avevo un po’ di timore e qualche perplessità su come sarebbe stato realizzato . Conosco bene quest’opera che cantavo e strimpellavo con la mia chitarra con i miei amici ai tempi delle scuole superiori.

All’epoca non esistevano internet , WHS o DVD, per poterlo rivedere all’infinito come oggi, ma il vinile, quello si, era sempre sul piatto del giradischi per poterlo riascoltare e cogliere sempre nuove sfumature.

Nel 2019, mentre passeggiavo per le vie di Londra, ho visto la pubblicità del musical in uno dei tanti teatri e subito è scattato in me il desiderio di potervi assistere ma, ahimè tutto era già esaurito. Prenotazioni da un anno prima, e così mi ero riproposta di prenotarmi per l’anno successivo se non fosse che la pandemia ha annientato tutti i sogni.

Ieri, quasi per caso, grazie alla generosità di un amico, mi sono ritrovata al Teatro Massimo, come per magia,  in una serata che ha fatto Sold Out .  L’emozione era forte e la curiosità ancora di più soprattutto per capire se le voci sarebbero state all’altezza.

L’ingresso di Giudas interpretato magistralmente sia dal punto di vista vocale che scenico da Mino Mereu ha eliminato ogni dubbio confermandomi che avrei sicuramente assistito ad uno spettacolo di alto livello.

La tessitura vocale impervia, prevista dalla partitura, ha messo a dura prova tutti gli artisti che hanno superato brillantemente ogni difficoltà.

C’è stato poi l’ingresso di Matteo Siddi nel ruolo del protagonista ma anche regista del lavoro. Un cantante che non conoscevo, dalla voce senza limiti di estensione e con un uso tecnico appropriato dei registri vocali. Un Gesù rock-drammatico che non ha mai perso tensione nell’interpretazione di un personaggio così importante, raggiungendo il culmine nella crocefissione.   Al suo fianco Roberta Gaviano (anche co-regista dell’opera), Maddalena dolce e sensuale quando richiesto. E poi Manuel Cossu , Ponzio Pilato, ironico e spietato nella parte, che non ha fatto rimpiangere Barry Dennen interprete del film originale.

Mi ha stupito come il regista sia riuscito a trovare le voci molto simili agli interpeti originali, anche nelle parti dei co-protagonisti come quelli di  Caifa, Hanna, Erode, Simone Zelota interpretati rispettivamente da Stefano Casula, Daniele Cadelano, Giovanni Battista Pirisi e Fabio Cuccu. Un grande plauso va anche a loro.

Il Coro (che per l’occasione era composto dai componenti della compagnia teatrale Talenti Stravaganti) è stato sempre preciso negli ingressi e nell’intonazione. Ogni singolo componente poi,  era scenicamente sempre dentro la parte e questo non è da poco. Il merito ovviamente va  al regista che ha saputo dare ad ognuno un ruolo senza tralasciare nessun dettaglio. Ho lavorato con grandi registi come Luca Ronconi o Franco Zeffirelli e ricordo molto bene che questi dicevano che la grandezza di uno spettacolo dipendeva proprio dai dettagli. Ogni artista sul palco deve lavorare come fosse il protagonista. Questo è ciò che ho visto ieri sera.

Il corpo di ballo anch’esso all’altezza della situazione,portava la firma coreografica di Carla Lepori.

Le scenografie, molto minimaliste ma efficaci, avevano come elemento principale le proiezioni sullo sfondo di alcuni momenti del film di Andrew Lloyd Webber.  

Sempre sullo sfondo del palcoscenico i componenti dell’orchestra (ALESSIO SANNA – ROBERTO IONTA – ALESSANDRO ATZORI – ALBERTO LOCCI – MAURO MURRU) hanno suonato dal vivo, e animato la scena.  Verso la fine, sono stati anche parte integrante del cast. Infatti il regista ha voluto che sfilassero davanti al Cristo morto con tutti gli altri artisti. Di grande impatto emotivo gli assoli chitarristici che ci hanno riportato ai miti degli anni settanta e dei grandi concerti rock con Jimi Hendrix o Eric Clapton, tanto per citarne alcuni.

Il Make-Up era opera delle mani esperte di Paola Anedda che ha saputo mettere in risalto le caratteristiche di ogni singolo personaggio.

In conclusione, un grande spettacolo che ha visto il pubblico in una standing ovazion infinita davanti a tutti gli artisti. Commovente è stato l’intervento del protagonista regista il quale ha sottolineato che si era avverato per lui un sogno inseguito fin da bambino.

I ringraziamenti a tutti ed in particolare a l’organizzazione de La via del Collegio senza la quale non si sarebbe potuto realizzare lo spettacolo.

 

 

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