Premetto che non sono un’amante di James Bond. I miei film in proposito si sono fermati a Sean Connery.
Però ieri sono stata attratta da questo film soprattutto dal fatto che ci fosse nel cast una ragazza sarda: Caterina Murino.
C’è sempre il piacere di sapere che la nostra terra in qualche modo venga nominata anche oltreoceano.
Delusione!!!
La Caterina Murino in questione, non dico che faccia la comparsa ma quasi.
Infatti compare solo in alcune scene (sempre di più di quelle della Cucinotta) ma soprattutto la fanno parlare con accento francese!
Aveva forse un accento sardo troppo marcato? Sarebbe stato sicuramente più interessante e più originale.
Non voglio svelarvi la trama perchè sarebbe sadico, ma una parte ben più importante e meno pubbilcizzata c’è l’aveva sicuramente il mio amato attore italiano Giancarlo Giannini.
Sempre grande anche in questo cammeo.
Il protagonista Daniel Craig non mi ha particolarmente affascinato per via di quell’espressione imbalsamata della bocca.
E’ vero che Bond deve essere glaciale, ma quando è troppo è troppo.
Le lotte irreali, gli effetti speciali e soprattutto la tecnologia all’avanguadia sono la ricetta standard di questi film e anche in Casino Royal non è da meno.
La scelta dei personaggi è azzeccata, visi duri e cattivi caratterizzati da cicatrici, occhi che piangono sangue , personaggi di colore di grassezza spropositata, ma, elemento principale: sangue a volontà.
Troppo, troppo violento. Mi sembra che in questo il mitico James Bond di Sean Connery si distanziasse molto.
Gli intrighi internazionali (ancora più attuali perchè riguardano il terrorismo)sono guidati da una donna anziana, anch’essa molto fredda , (forse vista l’età ci si aspettava un sentimento più materno nei confronti di Bond) sono l’elemento trainante del film e riescono a tenere col fiato sospeso lo spettatore fino alla fine di due ore e mezzo di proiezione.