…in TV, vergognoso!!!

Ad essere gentili lo speciale reclamizzatissimo su Luciano Pavarotti trasmesso il 1°gennaio 2010, in prima serata dalla RAI TV, è semplicemente scandaloso.
Un filmato che finge di raccontare la storia e l’arte di un grande tenore, ed invece è la reclame della sua seconda moglie e delle sue attività professionali come organizzatrice di eventi musicali.

Tra le altre cose due colpiscono in particolare chi ha "tallonato" Pavarotti dagli inizi di carriera in poi, come modenese, come amico, come professionista nello stesso teatro musicale.

In tutto lo special non viene citato il nome del M° Leone Magiera, pianista superlativo e direttore d’orchestra di Modena, intimo amico di Luciano che lo tenne sempre al suo fianco come insostituibile collaboratore, soprattutto dopo la morte del mitico M° Tonini della Scala, per rimediare a quel tallone d’Achille del quale il grande tenore era pienamente consapevole: la musicalità.

Magiera è stato il suo angelo custode e come tale co-protagonista e co-responsabile della sua carriera.

Ghettizzarlo in poche immagini è stata scelta voluta e quindi piu’ ancora vergognosa.
Una sola immagine e quindi silenzio totale per Adua Pavarotti, prima moglie di Luciano.
Adua Pavarotti è una grande donna.

La povera, non di danaro ma di tutto il resto, signora Mantovani deve sapere che chi ha creato Luciano Pavarotti è stata Adua.

Lo ha fatto uomo, gli ha dato figlie che lui è stato in grado di amare, veder crescere, frequentare, gli ha costruito attorno un impero economico.

La "vera" storia di Luciano Pavarotti uomo e artista inizia con Adua e finisce con lei.
Da quando Luciano Pavarotti ha sfidato il tempo dei mortali e ha creduto di rifarsi una vita con l’ex segretaria o collaboratrice, ha smesso di essere un grande tenore lirico.
Da quel momento è stato il servo di un mondo musicale corrotto in cui inutilmente, e solo per il piacere fine a se stesso di qualche manciata di minuti, si è giocato a miscelare ogni genere musicale per costruire un mostro che, come tale, ha suscitato interesse, curiosità, partecipazione e tanti soldi.

Ma non ha portato una sola goccia d’acqua al piccolo mare – un tempo oceano – del teatro dell’opera.

La tv dovrebbe fare informazione, ma già sappiamo che la distorce e violenta secondo quello che ai vari burattinai di turno fa comodo dire.

Tanto la gente non sa.

Tanto la gente beve tutto dal piccolo schermo.

Così è stato loro servito, anche questa volta, su un piatto di rara porcellana con arabeschi d’oro e d’argento, un "falso" storico su Luciano Pavarotti.

Sarebbe bastato intervistare gli "allievi" che negli ultimi due anni della sua vita frequentavano casa sua , o gli amici ed ex colleghi i quali, superando faticosamente il cordone di controllo che la nuova moglie gli aveva creato attorno, quasi fosse un prigioniero, riuscirono ad avvicinarlo negli ultimi tempi della sua esistenza.

Loro possono testimoniare la sua solitudine, l’abbandono in cui era lasciato da moglie e figlia che vivevano la propria vita non attorno a lui.

E così via, fino al funerale in Duomo, che Nicoletta Mantovani ha organizzato nei dettagli, distribuendo anche i posti degli ospiti affinchè gerarchie di denaro e di gloria artistica fossero rispettate, per mettersi a piangere solo a telecamere accese.

Daniele Rubboli

Direttore Laboratorio Lirico Europeo di Milano

Autore due volumi su Luciano Pavarotti… quando ancora era un tenore lirico.

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