Nella metà degli anni ’70  cominciavo a muovere i primi passi nel mondo della musica classica. Ero iscritta al Conservatorio di musica della mia città nella classe di canto, frequentando così oltre che la materia principale anche quelle complementari come il pianoforte, il canto corale, il solfeggio ecc. In queste occasioni ci si incontrava con compagni che erano iscritti ad altre materie e fra queste c’erano gli studenti in composizione sperimentale, una materia per me sconosciuta. Un compagno mi spiegò che la musica sperimentale era un modo di fare musica utilizzando gli strumenti in maniera diversa. Ad esempio il pianoforte non veniva utilizzato solo con i tasti ma venivano spesso usate anche le sue corde, pizzicandole o percuotendole con bacchette, palline ecc. Una cosa che mi incuriosiva molto. In qualche occasione capitava che dopo la fine delle nostre lezioni andavamo a seguire qualche prova di composizione appunto, il cui maestro era Franco Oppo. Lui era un bel signore longilineo, di nobile aspetto, che ci permetteva di assistere alle sue lezioni. Seppi in seguito essere un compositore sardo molto quotato le cui opere avevano avuto già tanti riconoscimenti a livello internazionale. L’allora orchestra dell’Ente Lirico (oggi fondazione) eseguiva spesso opere sue. Ricordo benissimo di aver assistito alle prime prove di una sua opera intitolata Praxodia, vincitrice della Rassegna internazionale del Teatro da Camera indetta dalla Filarmonica Umbra. Questa fu la versione teatrale dell’omonima composizione che Oppo scrisse nel 1976 . In giuria c’era Goffredo Petrassi il quale giudicò il suo lavoro quale migliore composizione fra 100 presentate. Quest’opera, rispetto alla prima stesura era stata ampliata con delle poesie di Agostino Neto. L’organico era composto da un soprano, un basso, un complesso strumentale da camera e 5 attori. E poi ricordo ancora di aver assistito a tutta l’opera completa al Festival di Spoleto nel 1979 nel settore del teatro Sperimentale.
Ma il successo di Oppo con Praxodia non si fermò qui perchè venne poi eseguita a Varsavia al Festival internazionale di musica contemporanea e al Seminario Internazionale dei compositori di Boswil in Svizzera dove gli fu assegnato ancora un riconoscimento.
Molte furono le registrazioni e le trasmissioni radiofoniche che diedero risalto all’opera e al compositore sardo. In particolare la Deutsche Walle Rundfunk di Colonia gli dedicò una intera trasmissione.
Ogni anno, nelle stagioni dei concerti veniva inserita una sua composizione o una dei suoi allievi. Da professionista anche io ho potuto cantare in una composizione di Franco Oppo: l’Eleonora d’Arborea, poema drammatico in due parti che rappresentammo in tutta la Sardegna e come chiusura della tournée anche all’Anfiteatro Romano nel 1986. Il direttore era Alberto Peiretti e il regista Marco Gagliardo. (vedi foto) Le scene e i costumi era di Gianni Garbati e le maschere e i pupazzi del teatro delle Mani.
Il maestro Franco Oppo è scomparso ieri a 81 anni dopo una lunga malattia.
Nella foto sottostante la prima esecuzione cagliaritana di Praxodia nella Cripta di San Domenico con il soprano Ingrid Frauchiger e il baritono Franz Kunz. Il Direttore è Alberto Peiretti

 

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