Cantare dal mare per ricordare le vittime dell'immigrazione

Nella mia vita ho cantato veramente dappertutto, ho fatto delle esperienze uniche nei posti più difficili ma mai mi era capitato di farlo  su di un peschereccio ancorato in alto mare col pubblico che assiste dalla riva. Il tutto per me quasi improvvisato. Ieri era l’ultima giornata di “Navigare i confini”, il progetto ideato dall’ associazione Carovana SMI, che attraverso arte e creatività puntava a rafforzare nella città di Cagliari, la cultura dell’accoglienza e dell’interazione multiculturale.
Alle  19, nel quartiere di Sant’Elia si festeggiava anche il Santo patrono. Oltre alla processione a terra, si è tenuto il rito in mare in ricordo dei migranti.  L’attrice Maria Benoni mi ha proposto di cantare il Deus Ti salvet Maria, un canto della nostra tradizione insieme a quelli di altre religioni. Ho accettato senza pensarci due volte anche se il brano non appartiene al mio repertorio. Siamo partiti con un forte vento di ponente dal Porto di Cagliari su un peschereccio messo a disposizione per l’occasione, dal suo proprietario Emanuele.
Eravamo un gruppo di artisti coordinati da Ornella D’Agostino direttrice artistica dell’evento. Splendida la sua direzione! Mai ha perso il controllo della situazione anche quando le condizioni climatiche stavano rendendo sempre più difficile lo svolgimento del programma . Sul peschereccio era stata montata una potente amplificazione che avrebbe diffuso i canti verso la costa dove ci attendeva il pubblico. Una volta giunti all’altezza del quartiere di Sant’Elia si doveva attendere l’arrivo della processione. I tempi si sono allungati a dismisura e la voce, in mezzo a questo forte vento umido, stava cominciando a cedere.
Dopo circa un’oretta dal nostra arrivo, ma sempre ancorati in alto mare, sono arrivati due poliziotti in moto d’acqua curiosi di sapere quale fosse il nostro impegno in mare in quel momento. Una volta chiarito il tutto ci hanno scortato per quasi tutto il tempo della manifestazione. Al passaggio a riva della processione del Santo del Borgo, ho incominciato a intonare l‘Ave Maria sarda, con difficoltà a mantenere l’equilibrio instabile dovuto al mare agitato. Ma ho voluto donare ugualmente il mio piccolo contributo per questo evento così significativo.
Dopo di me si sono esibiti altri artisti con brani in italiano, inglese e arabo. Tra di loro le due migranti. Una di loro ha poi gettato in mare la corona nel ricordo dei suoi connazionali che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere il nostro paese sfuggendo dalla disperazione delle loro terra Un lungo applauso ha concluso la serata in mare ma che sarebbe poi proseguita a terra (Lazzaretto)  con ‘Navigare i confini. Tra Asia e Africa in un’isola che c’è!’, performance, installazioni video, percorsi sensoriali, con i partecipanti ai laboratori.
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *