Ieri sera il mondo si è unito grazie alla bellezza del fenomeno dell’eclissi lunare, la più lunga di tutto il Ventunesimo secolo. Un momento che ha accomunato poveri e ricchi, vecchi e giovani un po’ ovunque e gratuitamente.
Il parco di Monte Urpinu, a Cagliari (ma anche negli gli altri parchi della città) è stato preso d’assalto dai cittadini che , grazie alla luna, hanno passato qualche ora al fresco fra chiacchiere, ricordi e punti di vista, in una notte di grande caldo.
Il viale Europa era intasato dalle auto come se sulla cima stesse per tenersi un concerto rock della star del momento. Molti , come me, hanno raggiunto la cima del colle a piedi, anche un po’ a fatica vista la folla e la pendenza. I marciapiedi laterali al viale infatti, pullulavano di persone attrezzate di ogni cosa. Oltre alle macchine fotografiche e i loro accessori, c’era chi, con borsa frigo e tavolino, ha allestito al suo arrivo una vera e propria cena fra amici con vista sul golfo illuminato dalla magica Luna rossa.
Personalmente, non sono riuscita a fotografare un granchè. Era impossibile piazzare un cavalletto. Qualcuno c’ è riuscito ma arrampicandosi su qualche costone roccioso isolato dalla calca. La foto di testa è l’unica che sono riuscita a realizzare a mano libera in mezzo agli spintoni. Poi , mentre scendevo , alla fine della serata eccola rispuntare fra un pino e l’altro , in una fase in cui stava ormai perdendo colore .
Ieri sera, mentre osservavo il fenomeno non ho potuto fare a meno di ricordare con nostalgia le tante volte che ho cantato alla ” Luna”. Indelebile il ricordo di una Turandot all’Anfiteatro romano, nei primi anni ’90 in cui il coro cantava Putin Pao rivolto ad una splendida luna vera che illuminava l’antico monumento cagliaritano.
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