“Notte Abruzzese”- “Li cante de Sirene”, che tinge la notte d’incanto, con un pensiero rivolto anche alle magnifiche Sirene cosparse in Sardegna.

Versi di Lucio Cancellieri

Musica di Camillo Berardi

Da tempi assai remoti, il mito delle sirene è presente in tutte le culture del mondo, con intrecci e varianti da una civiltà all’altra, che ancora oggi continua ad ammaliare l’immaginario umano, con un fascino intramontabile e tanti misteri.

Nel nostro Paese, queste leggiadre e stupende creature che per la chiesa simboleggiavano la tentazione e il pericolo, nel mondo pagano erano il simbolo della fertilità, della fecondità e del parto, con un probabile richiamo al culto della Grande Madre (Dea Madre).

Le Sirene bicaudate – anche in impudiche posizioni con le code divaricate e rivolte verso l’alto, sono raffigurate financo in molte Cattedrali, nelle chiese, negli altari, nelle facciate, nei portali, nei capitelli e in altri elementi architettonici.

Gli occulti misteri delle Sirene attendono ancora di essere svelati ma queste creature splendide e fiabesche, continuano a esercitare un fascino straordinario e senza tempo. La Sirena nell’epoca attuale, pur negli enigmi che l’avvolgono, non è più portatrice di pericolo, crudeltà e morte e s’identifica in una donna ammaliatrice e affascinante: il termine è sinonimico di bellezza, armonia, grazia e avvenenza femminile.

Nella canzone “Notte Abruzzese”- “Li cante de sirene”, con versi di Lucio Cancellieri e musica di  Camillo Berardi, c’è un richiamo a queste splendide “Ninfe” che tingono la notte d’incanto. Il video di seguito riportato, con l’esecuzione strumentale del canto e il testo in sovraimpressione, mostra un minimo repertorio della ricchissima  varietà iconografica delle mitiche dive marine. Anche in Sardegna, le misteriose “Regine del Mare” sono  rappresentate in molte località, ma originale e degna di nota è la spettacolare statua bronzea della Sirena, alta 3,5 metri e pesante 6.5 quintali, realizzata dallo scultore Pietro Longo a Golfo Aranci, di fronte al lungomare, chiamata “Canto della Sirena”. L’elegante e flessuosa Diva marina, adornata di gioielli e simboli che rappresentano la cultura, la storia e le ancestrali tradizioni sarde, tramite un’apparecchiatura meccanica, emerge maestosa dal mare in determinati orari della giornata, accompagnata dal suono dei commoventi canti folklorici “In su ‘e Monte Gonare”“Non potho reposare “ (A Diosa) e tanti altri brani stupendi, attraendo e ammaliando i turisti. Snella e flessuosa, con il seno nudo e turgido, la creatura dell’acqua è avvolta da un abito tradizionale dalla lunga gonna plissettata fluttuante, che allarga e solleva le pieghe in un passo di danza, evidenziando il carattere orgoglioso e fiero delle donne sarde, non disgiunto da grazia e armonia straordinarie.

Ecco il video con il canto  “Notte Abruzzese”- “Li cante de sirene” nel quale può essere vista un piccola carrellata di attraenti “figlie del mare”.

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