Capita, che qualche sera si abbia voglia di andare a teatro a vedere una bella commedia ma non sapere esattamente cosa e dove. A me è successo ieri. Ho aperto la pagina di Sardegna Teatro ed ho visto che si sarebbe rappresentato lo spettacolo “donne che sognarono cavalli” e tra gli interpreti ho notato il nome di un’attrice sarda che stimo molto e così pure per la scenografia. Non ho esitato a decidere  e, con mio marito abbiamo prenotato i biglietti.

Mi sono stupita quando ho saputo che lo spettacolo si sarebbe svolto in una terza sala del Teatro Massimo, sala che non conoscevo. 

La maschera, poco prima dell’inizio dello spettacolo ci ha accompagnato ad un piano alto dello stabile e prima di farci entrare ci ha chiesto cortesemente di spegnere i cellulari e non di silenziarli. Lo spettacolo sarebbe durato poco più di un’ora. Ho pensato che non avrei resistito.

Entrando ho visto subito una collocazione molto originale: il pubblico stava seduto intorno al piccolo palcoscenico e gli   attori si muovevano a meno di un metro da esso.

Spente le luci un’attice comincia a parlare. Non sappiamo quasi nulla di ciò che stiamo guardando, ma lo spettatore è accompagnato verso una sorta di trama passo dopo passo. Dopo poco si capisce che in scena ci sono tre coppie: tre fatelli e le rispettive mogli. Tutto avviene in un appartamento tetro dove le pareti sono ricoperti da fogli di giornale e tubi a vista fanno intuire un disagio sociale generale. I cavalli  è un elemento ricorrente dei loro discorsi che diventano sempre più animati fino a sfociare in una violenza  verbale e poi anche fisica  . Lo spettatore è praticamente coinvolto in prima persona perchè sente addosso i respiri e l’ansia dei protagonisti. Bravissimi . Solo sei attori di una certa portata avrebbero potuto accompagnare gli spettatori a resistere fino alla fine di questa sorta di sitcom.

Quando ho guardato l’orologio, come risvegliandomi da un sogno, ho visto che era passata quasi un’ora e un quarto e da lì a poco lo spettacolo era concluso. Semplicemente geniale.  Mi sono sorpresa che  per un’ora un quarto non avevo guardato lo smartphone. 

donne che sognarono cavalli  di Daniel Veronese

Adattamento e regia: Roberto Rustioni 
Con: Valeria Angelozzi, Maria Pilar Perez Aspa, Michela Atzeni, Paolo Faroni, Fabrizio Lombardo, Valentino Mannias 
Assistente alla regia: Soraya Secci 
Scene e costumi: Sabrina Cuccu 
Assistente scenografo: Sergio Mancosu 
Luci: Matteo Zanda 
Co-produzione: Sardegna Teatro, Fattore K , Festival delle Colline Torinesi 
Con il sostegno di: Fondazione Olinda Teatro La Cucina

Lo spettacolo sarà replicato a Milano al Teatro Elfo Puccini dal 16 al 20 maggio

 

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