Il capo che stressa il dipendente con un "continuo e pressante stillicidio finalizzato a sminuirne le capacità professionali" deve risarcire il dipendente che a causa delle vessazioni subisce uno "stress emotivo".
Lo dice la Cassazione nella sentenza 23923 della quarta sezione penale. Pur dichiarando l’intervenuta prescrizione del reato, la Suprema corte ha confermato che Luigi D. M., funzionario dirigente della pretura di Imperia, dovrà risarcire un’operatrice amministrativa che lavorava presso il suo ufficio, Rita C., per lo "stato ansioso depressivo con tachicardia in stress emotivo" causato dalle continue vessazioni in ufficio.
Poiché lo stress emotivo e l’esaurimento nervoso sono diagnosticabili senza certezza, la legge può essere giusta o ingiusta a seconda di chi ci troviamo di fronte. Di certo non vorrei fare il dirigente statale che deve far funzionare un ufficio pubblico, vorrei solo fare il dirigente che intasca soldi senza dover produrre niente, così… niente stress, e tutti contenti.