Commissioni e concorsi

L’estate è un periodo in cui pullulano concorsi e manifestazioni soprattutto  di bellezza e di canto. Anzi, queste in genere si fondono, e con esse  le commissioni giudicatrici,  quelle persone “esperte” che, contattate dall’organizzazione, si mettono a disposizione per entrare a far parte delle giurie tecniche siano esse per cantanti, ballerini, top model o future Miss.
Quest’anno mia figlia, dopo un lungo periodo di fermo, ha deciso di riprendere a cantare.  La sua passione è la musica leggera ed in particolare il genere blues. Per accontentarla, visto il buon esito scolastico, ho deciso di seguirla in quest’ avventura estiva. Ovviamente la mia attenzione, oltre che su di lei, si è concentrata sui giudizi tecnici delle giurie .
In diverse occasioni mi sono chiesta con quale criterio queste giurie vengano composte. I concorsi cui mia figlia ha preso parte sono stati due. Sia nel primo che nel secondo, i giudizi su alcuni brani da lei eseguiti, sono stati molto contraddittori.
Ora faccio io la giurata dei giurati.
Innanzitutto mi soffermo sull’uso della terminologia, che dovrebbe essere adeguata  affinché si possa essere credibili. Non si può sentire quello che usa la parola forte al posto di veloce o acuto! Orrore! Forte sta esclusivamente per volume: forte o piano  . La velocità riguarda il tempo, il ritmo. L’acuto o il grave riguarda l’estensione della voce.
Ciò che mi ha veramente sconcertato è stato il giudizio verso mia figlia dove, la giuria del primo concorso, la contestava per  il brano eseguito giudicandolo all’unanimità inadatto al suo “tono” di voce   (forse voleva dire alla sua tessitura, al suo colore, timbro vocale),  consigliando poi di dedicarsi ad altro genere. Lo stesso brano, eseguito nel secondo concorso e poi in un’audizione privata, e quindi con giurie ancora differenti, veniva apprezzato come brano ideale per la sua voce col consiglio di proseguire in quel filone.
Insomma amici, mettetevi d’accordo. Capisco che molti artisti, anche se non titolati, possano comunque essere in grado di dare un giudizio perchè la loro esperienza è cresciuta direttamente sul campo, però, perchè non si ritorna alla vecchia abitudine in cui il giurato esprimeva il proprio parere al candidato in maniera privata? Giudizi  (e lo ripeterò all’infinito) che devono essere consigli costruttivi, affinchè l’artista abbia strumenti per migliorare e non per entrare in depressione.

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