
Conservo ancora gelosamente il programma di sala di quell’ Ermione, sconosciuta opera rossiniana, che si rappresentava al Rossini Opera Festival di Pesaro, i cui protagonisti erano i grandi della lirica di allora, tra cui il soprano spagnolo Montserrat Caballé .
Erano gli anni in cui, oltre alla professione portavo avanti con entusiasmo l’insegnamento del canto. Mi trovavo infatti a Pesaro dove il grande Luciano Pavarotti avrebbe ascoltato i giovani cantanti lirici ammessi per accedere alla finalissima del suo concorso di Filadelfia, tra cui tre miei allievi.
Per l’occasione, avevamo prenotato da diversi mesi, dei biglietti per andare ad assistere ad una recita del Rossini Opera Festival . Quando mai ci sarebbe capitato di ascoltare dal vivo tante grandi voci tutte insieme? In quel cast c’era il soprano Montserrat Caballè, il contralto Marylin Horne, i tenori Chriss Merrit e Rockwell Blake e tanti altri.

Il nostro posto numerato era in uno di quei palchetti che stanno quasi sopra il palcoscenico. Erano bellissimi. Si aveva la sensazione di essere tra i protagonisti.
L’ingresso della Caballè in scena è stato maestoso , regale. La sua meravigliosa voce pareva arrivasse da un’altro pianeta soprattutto quando ha cominciato a sfoggiare i suoni filati , impalpabili , che tanto l’hanno resa famosa .
Poco tempo dopo, forse per intuito della sua casa discografica, Montserrat Caballé incise un album, Barcelona, col grande Freddie Mercury . Ciò le permise di farsi apprezzare con discrezione da un pubblico molto diverso da quello cui era abituata
Oggi se n’è andata in silenzio a 85 anni a causa di una grave malattia, lasciando un’ eredità artistica di grande spessore culturale
