Quando ero bambina ricordo che la mia maestra sgridava e penalizzava chi si esprimeva in “dialetto” . Non c’era molto rispetto per la nostra lingua sarda. Parlare col linguaggio dei nostri nonni non era visto bene. Io rimanevo affascinata ad ascoltare mio padre e mia nonna che dialogavano. Mi sentivo privilegiata nel capire una lingua che non tutti comprendevano. Col tempo si è rivalutata l’importanza di mantenere viva la nostra lingua, e non “dialetto”. Oggi mi rendo conto di come mia madre fosse all’avanguardia nel suo metodo di insegnamento nelle scuole di frontiera. Lei lasciava liberi i suoi alunni di esprimersi come era nelle loro abitudini ma anzi, riusciva ad insegnare meglio la lingua italiana ponendoli davanti alla traduzione. A noi figli ci ha sempre trasmesso questi valori antichi della nostra cultura.
Da qualche tempo Radio Uno Sardegna ci regala una trasmissione a mio avviso davvero istruttiva. I giovani di oggi dovrebbero seguirla con interesse perchè si raccontano, in lingua sarda campidanese, le storie dei personaggi femminili che hanno sdoganato l’immagine della donna relegata solo ai lavori esclusivamente femminili chiusa fra le mura domestiche
La puntata del prossimo lunedì di “Sennoras“, parlerà di Ninetta Bartoli, il suo nome entra nella storia come primo sindaco donna. A Borutta è un plebiscito in suo favore. Tutta la sua vita sarà spesa a favore della comunità: grazie a lei arriverà in paese la luce elettrica, l’asilo nido, sostegno indispensabile per le mamme lavoratrici; con lei nasceranno le prime cooperative sociali.