Quella lunga conversazione su messenger mi ha ricordato tanto il chiachiericcio che puntualmente si teneva su Phileas Fogg al Reform clubs: non è un insegnante, non è un ingegnere ne’ un medico. Insomma, nessuno lo sapeva.
Chi ha in mente il distinto signore che intraprese il giro del mondo in 80 giorni, ricordera’ che fino alla fine di lui non si sa chi esattamente fosse e cosa facesse.
Ma come Giulio Verne ha “dimenticato” di dire chi è realmente il protagonista del libro, cosi’ anche io ho “omesso” di dire di me alcune cose che ora quella mia amica vorrebbe sapere:<< Giampaolo, ho letto un sacco di tuoi racconti ma ho notato che non parli mai di amore e non si capisce se sei sposato, fidanzato, single o di che sponda..>>.
Avrei voluto rispondere che il mio libro narra le gesta “solo” dei miei primi 60 anni e che il bello ancora deve arrivare, ma non sembrava gradire ironia e battute di sorta, anche se nonostante l’insistenza sono riuscito a scherzarci su e a glissare alla grande. A volte pero’ è proprio difficile tenere per se certe situazioni perche’ nel privato intimo della gente c’è sempre qualcuno che in qualche modo ci vuole entrare.
Io poi, in strada osservo la gente che passa e non sempre mi è facile capire chi è sposato e in dolce compagnia oppure no, perche’ manca chiara e palese l’entita’ di coppia e il tenersi per mano o il passeggiare a braccetto, lo si vede
ormai piu’ tra amici che tra amanti.
La recente scomparsa di Alberoni mi ha riportato indietro agli anni del suo “Innamoramento e amore”, che insieme a “L’arte di amare” di Fromm, costituiva per noi ragazzi, la Bibbia per capire che cosa ci stava succedendo. Ma capire
che cosa ci succede quando ci innamoriamo, anche oggi continua ad essere una curiosita’ che cerchiamo di dipanare spulciando i vari Alberoni e Fromm, e in mancanza di questi, chiediamo lumi ai social, come ha fatto la mia amica in chat.
Pero’ chiusa la conversazione con la tizia, sono stato assalito da una miriade di pensieri e ritornando ai miei racconti di vita, ho dovuto dare atto che in effetti l’amore di cui di volta in volta parlavo, era quello dei personaggi dell’ Opera lirica e che mai mi riguardava personalmente e solennemente prometto che rimediero’ nelle mie prossime “confessioni” rimandando il tutto a data da destinarsi.
Ma ora smetto di scherzare e penso a quanto dolore si possa provare davvero quando si perde un amore, e di questo dolore sono sicuro che siamo tutti direttamente o indirettamente interessati perche’ sulle spalle degli altri o sulle nostre di dolorose lacrime ne sono state di certo versate.
I grandi e altisonanti amori della storia, come quello del balcone di Verona, o della stanza di Francesca in quel di Rimini, o della fiabesca scarpetta in cerca di un regale piedino, sono talmente attuali e presenti anche nei giovani, che ancora fanno sognare e soffrire come allora.
Sono andati? Fingevo di dormire Ma c’è un amore semplice semplice che non fa tanto rumore come gli altri ma che urla piu’ di tutti e piu’ di tutti fa versare lacrime nei teatri di tutto il mondo: “Sono andati? Fingevo di dormire perché volli con te sola restare”…. Ormai morente Mimi’, vuole stare sola con lui per gli ultimi suoi istanti di vita: “ho tante cose che ti voglio dire, o una sola, ma grande come il mare, come il mare profonda ed infinita
SEI IL MIO AMORE E TUTTA LA MIA VITA”! E abbracciata a Rodolfo, Mimi’ muore.
 Giampaolo Piga 
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SINOSSI: “Sua altezza il tenore” ai tempi di facebook nasce solo e soltanto per fare un favore a quella giornalista che accolse la proposta di parlare di me e della mia professione. Non mi si era mai presentata l’occasione di dire fatti e aneddoti della mia vita e quando sul mio profilo facebook ricevetti l’invito a farlo accettai consapevole e sicuro che tutto sarebbe finito li. Fu invece l’inizio …

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