di Ignazio Salvatore Basile
Voglio cantare di papa Bergoglio
che il giorno dopo Pasqua se n”e’ andato
da questo tempo fuggevole e voglio
dirvi qualcosa anche del papato.
Il nome da lui scelto fu perfetto
per far capir la Chiesa che intuiva
veniva eletto pero’ non moriva
il suo predecessore Benedetto.
Francesco , quello antico ricordava,
l’amor per la Natura e i poverelli
ed anche il Nuovo adesso riportava
all’attenzione gli ultimi fratelli.
Non da tutti pero’ l’egualitaria
istanza del neo papa, fu gradita,
non dalla vecchia curia refrattaria
ad ogni innovazione stabilita.
Neppure dai vetusti tridentini
nostalgici del vecchio tempo andato
di quando il clero i motti suoi latini
e il volgo preferiva impreparato
per ergersi e dall’alto professare
a chi le antiche formule ignorava
e con paternalismo propinare
una dottrina ormai che ristagnava.
Lasciando ancora fuori dalle chiese
chi nella vita, per mille ragioni,
o per sventura aveva disattese
le loro formule di perfezioni.
Un grande papa che non giudicava
un grande uomo di forza e coraggio
che con tenacia ieri scardinava
le prigioni dell’antico retaggio
Spero che t’accolga con un sorriso
tu ch’eri battezzato Jorge Mario
Colui di cui autentico Vicario
tu fosti in terra e oggi in Paradiso.
Che meraviglia!!! Bravissimo Tore !!!