Dromos svela i primi nomi della sua ventisettesima edizione all’insegna di “Hope” in programma da fine luglio a metà agosto tra Oristano e gli altri centri della sua provincia che aderiscono al circuito del festival.
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Il festival Dromos scopre le prime carte della sua ventisettesima edizione, ed è un poker d’assi quello che calerà a fine luglio sul palco allestito nell’impareggiabile scenario dell’area archeologica di Tharros, la città fenicia sulla costa del Sinis, a una ventina di chilometri da Oristano: Kurt Elling e gli Yellowjackets in arrivo il 26 per un omaggio ai mitici Weather Report; il cantante, produttore e polistrumentista neozelandese/australiano Jordan Rakei, di scena la sera dopo (domenica 27); altra voce e altri suoni con l’americano Gregory Porter, di ritorno al festival il 29 luglio, otto anni dopo il suo precedente, applauditissimo concerto a Oristano; e ancora una voce, quella femminile e inconfondibile di Dee Dee Bridgewater, attesa a Tharros l’indomani (sabato 30), anche lei già a Dromos in altre occasioni e sempre con grande successo.
I biglietti per i concerti si possono acquistare online sul sito di Dromos. I prezzi vanno dai 75 ai 30 euro in base al settore (poltronissima, poltrona, primo e secondo settore) e variano da concerto a concerto. In vendita anche un abbonamento per le quattro serate al costo di 175 euro in poltronissima, 150 euro in poltrona, 130 euro nel primo settore e 115 nel secondo. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita.
I quattro concerti a Tharros sono organizzati con il prezioso contributo e l’imprescindibile collaborazione della Fondazione di Sardegna e della Fondazione Mont’e Prama presieduta da Anthony Muroni, che sottolinea così la rinnovata intesa con Dromos: «La Fondazione Mont’e Prama, dal suo primo anno di nascita promuove la contaminazione tra l’archeologia e le altre forme d’arte. Siamo convinti che questa contribuisca da un lato alla crescita culturale del territorio, dall’altro alla valorizzazione dei nostri siti. Siamo contenti di riproporre anche quest’anno la collaborazione con un’importante realtà culturale come Dromos, solo lavorando insieme e unendo le forze si può migliorare l’offerta per chi vive il Sinis e per chi vuole scoprire questa parte di Sardegna» conclude Muroni. Gli fa eco Salvatore Corona, presidente dell’associazione culturale Dromos: «Tharros per noi è molto più di un palco: è memoria viva, bellezza condivisa, futuro possibile. Se tutto questo accade, è grazie al sostegno prezioso degli Enti e in particolare a quello della Fondazione Mont’e Prama e della Fondazione di Sardegna».
- I concerti a Tharros: al via il 26 luglio con Kurt Elling e gli Yellowjackets
Kurt Elling & Yellowjackets Celebrate Weather Report – questo il titolo del concerto che il 26 luglio inaugurerà le quattro serate di grande musica a Tharros – si presenta come un’entusiasmante collaborazione tra due grandi del jazz: il cantante vincitore di due Grammy e una band ai vertici della scena fusion degli ultimi quarant’anni e oltre. Una collaborazione che onora l’eredità rivoluzionaria dei Weather Report, il gruppo più determinante e rappresentativo del jazz-rock tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso, e di cui Kurt Elling e gli Yellowjackets proporranno una serie di brani classici accanto a pezzi originali nati per questo omaggio.
Con il suo stile unico e innovativo Kurt Elling ha esteso i parametri del jazz vocale e ne ha ampliato il vocabolario. Nel corso di una carriera venticinquennale, ha vinto tre Prix du Jazz Vocal (Francia), due Echo Awards tedeschi, due Edison Awards olandesi ed è stato nominato per sedici volte ai Grammy Award, vincendo due volte nella categoria migliore album di jazz vocale. Il percorso artistico del cantante chicagoano, classe 1967, conta collaborazioni con altre figure di spicco del mondo del jazz come Branford Marsalis, Danilo Perez, Fred Hersch, Charlie Hunter e Stefon Harris e concerti come solista con molti dei più importanti ensemble del mondo. Paroliere e compositore per i propri ensemble, Kurt Elling è stato anche coautore di spettacoli multidisciplinari per lo Steppenwolf Theater di Chicago e del musical jazz “The Big Blind”.
Attivi da oltre quarantatré anni, gli Yellowjackets sono una delle formazioni jazz più influenti e longeve, con un bagaglio di ventisei album, sedici nomination e due premi Grammy. Nati alla fine degli anni Settanta come gruppo di supporto di Robben Ford, si sono rapidamente trasformati in un trio formato da Russell Ferrante, Jimmy Haslip e Ricky Lawson, consolidando la loro fama internazionale con l’ingresso di Bob Mintzer e mantenendo sempre alta la qualità musicale nel corso degli anni, nonostante i cambi di formazione. Tra i lavori più recenti spiccano “Raising Our Voice” (2018), “Jackets XL” (2021) e “Parallel Motion” (2022), tutti acclamati dalla critica e candidati ai Grammy, a conferma della continua evoluzione e rilevanza nel panorama jazz mondiale degli Yellowjackets.
- 27 luglio: Jordan Rakei
Protagonista del secondo concerto di Dromos a Tharros, Jordan Rakei approderà al festival sull’onda lunga del suo quinto album, “The loop”, pubblicato l’anno scorso, che con le precedenti uscite discografiche esplora temi interiori come l’ev0luzione emotiva, la crescita personale, le relazioni familiari. Classe 1992, nato in Nuova Zelanda e cresciuto in Australia da quando aveva tre anni, dopo aver fatto scalpore nella scena soul, jazz ed elettronica al suo arrivo a Londra nel 2015, ha autopubblicato il suo album di debutto “Cloak”, prima di firmare per l’etichetta Ninja Tune. Rilasciato invece dalla Decca, “The Loop” segna un nuovo capitolo nella carriera di Jordan Rakei, che coincide con una serie di profondi cambiamenti nella sua vita personale. «Il titolo dell’album si riferisce al ciclo dell’essere bambini, e poi dell’avere figli, e al rapporto con il bambino interiore» spiega l’artista: «Nella vita andiamo avanti in un ciclo che non finisce mai e volevo esplorare questa vulnerabilità nei miei testi». Pur mantenendo l’atmosfera sperimentale e fuori dagli schemi del suo stile, il disco presenta arrangiamenti orchestrali, cori ammalianti, ritmi ipnotici e una narrazione che traccia una rotta attraverso tempi di oscurità e speranza.
- 29 luglio: Gregory Porter
Vincitore di due Grammy Awards per i migliori album di jazz vocale (“Liquid Spirit nel 2013 e “Take Me to the Alley” nel 2016), Gregory Porter salirà sul palco di Tharros, il 29 luglio, con la formazione, solida e ben affiatata, che schiera Tivon Pennicott al sassofono tenore, Chip Crawford al pianoforte, Ondrej Pivec all’organo hammond, Jahmal Nichols al basso e Emanuel Harrold alla batteria. Classe 1971, Porter ha iniziato a cantare nei club di San Diego prima di trasferirsi a New York per dedicarsi alla musica a tempo pieno. Il suo debutto discografico arriva nel 2010 con “Water”, che gli vale subito una nomination ai Grammy come “Best Jazz Vocal”. La conferma del suo talento arriva nel 2012 con il secondo album, “Be Good”, che gli frutta una nuova nomination ai Grammy, stavolta come “Best Traditional R&B Performance”. Dotato di una voce calda, intensa e profondamente espressiva, Gregory Porter cita tra le sue principali influenze il suono del Southern Gospel di Bakersfield, la città della California dove è cresciuto, la collezione di dischi di Nat King Cole di sua madre, Joe Williams e Donny Hathaway, modelli che hanno forgiato il suo stile vocale, ma è la sua visione del mondo, carica di emozione e autenticità, a rendere ogni sua interpretazione unica e toccante.
- 30 luglio: Dee Dee Bridgewater
Tutto al femminile il quartetto con cui Dee Dee Bridgewater presenterà, la sera del 30 luglio, “We exist!”, il progetto con cui esplora e reinterpreta le canzoni di protesta e l’impatto dell’attivismo attraverso la prospettiva delle donne. Intrepida viaggiatrice, esploratrice, pioniera e custode della tradizione, tre volte insignita del Grammy Award, la cantante nativa di Memphis ha sempre gettato ponti tra i diversi generi musicali. Dee Dee Bridgewater si è guadagnata la sua prima esperienza professionale come membro della leggendaria Thad Jones/Mel Louis Big Band e nel corso degli anni Settanta si è esibita con jazzisti del calibro di Max Roach, Sonny Rollins, Dexter Gordon e Dizzy Gillespie. Dopo un’incursione nel mondo del pop durante gli anni Ottanta, si è trasferita a Parigi e ha iniziato a rivolgere la sua attenzione di nuovo al jazz. Dopo aver firmato con l’Universal Music Group come produttrice, partendo da “Keeping Tradition”, nel 1993, ha pubblicato una serie di titoli di successo, tra cui l’acclamatissimo tributo a Ella Fitzgerald, “Dear Ella”, vincitore di due Grammy Award. Oltre a quella musicale, Dee Dee Bridgewater ha avuto una brillante carriera teatrale, vincendo un Tony Award per “The Wiz” e ricevendo una nomination al Laurence Olivier Award per “Lady Day”. Ambasciatrice di buona volontà della FAO, è anche attiva nella promozione della solidarietà e della lotta contro la fame nel mondo.
- Hope: la speranza è una scelta
In attesa di svelare l’intero cartellone, le quattro serate di fine luglio a Tharros si annunciano già tra gli eventi clou della ventisettesima edizione del festival Dromos che come sempre si snoderà tra Oristano e i vari centri della provincia che fanno parte del suo circuito – Cabras, Donigala Fenughedu, Fordongianus, Marrubiu, Neoneli, Nureci e Tadasuni – con un fitto programma che comprende, oltre alla musica, anche mostre, incontri, film e altro ancora; un’edizione che sceglie come tema centrale e titolo Hope, speranza, proseguendo il percorso intrapreso nelle due precedenti all’insegna di People e Change, per promuovere un mondo più equo, giusto e solidale. Speranza, insieme a umanità e cambiamento, diventa forza trasformativa e stimolo all’azione: questo il messaggio che Dromos lancia in questi tempi di conflitti e instabilità per immaginare un futuro migliore.
«Per chi, come Dromos, si impegna nella costruzione di un mondo solidale, giusto e nonviolento», sottolinea la curatrice d’arte Chiara Schirru nel suo testo che introduce al tema del festival, «parole come umanità, cambiamento e speranza, costituiscono, del resto, indagine costante del suo percorso. Già potenti se considerati singolarmente, questi concetti, in sinergia tra loro, diventano una miscela esplosiva capace di orientare l’uomo verso una reale inversione di rotta. E se nelle ultime due edizioni, con People e Change. Puoi, il Festival ha proposto una visione combinata e inscindibile tra l’uomo e il cambiamento, scegliendo HOPE per l’edizione 2025, Dromos intreccia e connette la Speranza ai due temi precedenti, ponendola come strumento impareggiabile e prezioso per sigillare questa triade e guardare con fiducia verso il futuro. Argomento, quello in programmazione, che lungi dal chiudere l’importante percorso portato avanti in questi anni, indirizza e proietta verso lo sviluppo di una cultura equa e costruttiva, realizzabile solo con la partecipazione attiva e intenzionale di ognuno di noi».
La ventisettesima edizione del festival Dromos è organizzata dall’omonima associazione culturale con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio -, Fondazione di Sardegna, Fondazione Mont’e Prama, Amministrazioni Comunali di Oristano, Cabras, Fordongianus, Marrubiu, Neoneli, Nureci e Tadasuni, Ros’e mari, e con la collaborazione di Arcidiocesi di Oristano, Monastero Santa Chiara di Oristano, Museo Diocesano Arborense, Centro Servizi Culturali U.N.L.A. di Oristano, Music Academy Isili, Mariposas de Sardinia, ViaggieMiraggi, Intramadu, Radio Popolare, Sardinia Coast to Coast, Associazione Enti Locali per lo Spettacolo e Fondazione Oristano.
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