Avevo appena 6 anni quando  ho capito che la mia vita sarebbe stata nel mondo della danza e dello spettacolo. Non era facile però  farlo capire agli altri, soprattutto ai miei genitori. Eppure, questo seme artistico ha continuato a crescere dentro di me .
Comincia così il racconto della  vita di Gabriele Vaccargiu, danzatore sardo , per l’esatezza di Terralba.
Più crescevo e più desideravo di far parte del mondo della danza, ma anche della televisione, dello spettacolo in genere. Era l’unica cosa che desideravo e non mi importava di nientaltro. A 13 anni ho provato a dirlo ai miei; inutile sottolineare che ho avuto come risposta un secco no. Troppi pregiudizi verso un ragazzo che vuol fare il ballerino, soprattutto se questo è nato e cresciuto in un paese del centro Sardegna!
Ma poi il sogno si è realizzato?
Non così presto come avrei voluto. Il fatto di non riuscire a fare ciò che desideravo mi ha bloccato anche nello studio facendomi abbandonare anche la scuola superiore . Mi sono chiuso in me stesso, nella mia cameretta.   La mia stanza si era trasformata materialmente in un piccolo studio televisivo dove potevo realizzare con la fantasia la mia grande passione.
Ma poi succede qualcosa di importante.
Un giorno, a Terralba, apre una palestra che comprende anche un corso  di aerobica. Decido di frequentarla; una  disciplina questa, che si avvicinava molto alla danza moderna, la mia passione. Più avanti poi il maestro del mio corso mi propose  di frequentare un corso di danza che si sarebbe tenuto da lì a poco. E’ allora che ho capito che poco per volta il mio sogno si stava realizzando!
A distanza di un anno circa, anche ad  Oristano,  il capoluogo vicino al mio paese, Caterina Urru fonda la scuola Artist – Projet, una scuola che aveva lo scopo di formare artisti completi, dalla danza alla recitazione e al canto.
Decido di frequentarla. Da qui nasce anche il desiderio di riprendere gli studi superiori abbandonati nella mia adolescenza e così mi rimetto sui libri e mi diplomo alla scuola d’arte. Mi sto rendendo sempre più conto  che le occasioni per portare avanti il mio progetto diventano più frequenti: dai concorsi agli stages di specializzazione.
Ma qual’ è stato quello che ha determinato un cambiamento  decisivo nella tua vita?
Sicuramente il concorso di Olbia : “Vetrina della Danza“. In questa occasione vinsi la Borsa di studio per frequentare a Milano il MAS,  una vera e propria scuola della durata di 3 anni, dove si formano professionisti completi per il mondo dello spettacolo. Ho ricevuto il premio dalle mani di Susanna Beltrami che poi è anche  direttrice del corso.
Mi parli della tua collaborazione con Claudia Tronci, ideatrice e conduttrice della popolare trasmissione di Videolina “Di che danza 6” giunta alla 4 edizione?
Claudia abitava nel mio stesso paese, eravamo vicini di casa, ma la nostra conoscenza si è approfondita molti anni dopo con un legame professionale che ci ha portato a vincere il Premio per la migliore coreografia al Festival della danza di Sanremo patrocinato dall‘UNICEF  , e diretto da Deyla  e Tony del Core.
Con lei ho  danzato in diverse  occasioni e fra queste nell’ Omaggio a Giusy Devinu organizzato dal Teatro Lirico di Cagliari  al Parco della Musica nel 2012 in occasione della Giornata Europea della musica.
Insomma, la tua vita professionale  pian piano ha preso forma.
Si , fra spettacoli, coreografie e  insegnamento, posso dire di aver realizzato il mio sogno.
Quali sono fino ad ora, le cose che ti hanno dato maggior soddisfazione?
Sicuramente aver fatto parte dei cast  di molte Opere al Teatro Lirico di Cagliari e quindi l’ aver lavorato con coreografi, registi e cantanti di fama internazionale. In una di queste mie partecipazioni ho conosciuto il tenore Cristiano Cremonini che mi ha proposto di realizzare la coreografia di una Traviata al Teatro Guardassoni di Bologna , sede di un’ importante Associazione Culturale  cui lui è presidente e il soprano Cinzia Forte direttore artistico nel settore lirico.
Gabriele Vaccargiu, non ha mai pensato neppure per un attimo di abbandonare l’idea di voler fare il ballerino, l’artista. La sua costanza, nonostante le difficoltà iniziali, è stata premiata. Un esempio da seguire, un messaggio diretto a tutti coloro che hanno dentro  una grande passione ma che non lottano abbastanza per poterla realizzare, abbandonando il percorso davanti ai  primi ostacoli.

 

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