Ieri sera, in una sala gremita del cinema Odissea di Cagliari, ho assistito alla proiezione del film  di Paolo Sorrentino, La Giovinezza. Un film dove i temi sono quelli della solitudine, dell’amicizia e del rapporto tra padre e figli. Un film bello quasi da tutti i punti di vista.  Una recitazione di due grandi attori co-protagonisti come Michael Caine e  Harvey Keitel che non era fatta esclusivamente di parole, ma di sguardi, di espressioni, di emozioni, di gesti non lasciati al caso. Sinceramente non sapevo nulla di questo film, volutamente  non mi ero documentata . Sapevo solo che era un film in concorso a Cannes. Poi ho scoperto che il grande Michael Caine impersonava un direttore d’orchestra in pensione e allora  era impossibile non emozionarsi davanti ai suoi ricordi di compositore e direttore, in un mondo in cui   ho vissuto per decenni e che ho lasciato da poco, quello della musica classica e dell’Opera. Ma il film non è un film nostalgico.
Un direttore, un regista, un ex calciatore, un attore, vivono contemporaneamente un periodo di riposo in un famoso centro termale Svizzero e li si incontrano con le loro storie. Ma il direttore e il regista erano amici di vecchia data e tra le tante cose parlano anche dei loro amori ( forse anche comuni) e  dei loro figli.
Durante la mia carriera mi sono sempre domandata su come potessero vivere i figli dei grandi artisti che ho incontrato e in questo film forse c’è una risposta. Ma non voglio svelarvi la trama, voglio che la scopriate con piacere come ho fatto io.
E’ difficile che un film mi coinvolga appieno come La giovinezza, ma quando questo succede significa che un regista, e in questo caso Paolo Sorrentino, ha saputo trovare la chiave per emozionare. Certamente è una questione personale, ed è personale il mio giudizio negativo sul cammeo di Jane Fonda. Non so, mi ha deluso. Ero sinceramente distratta dalla sua parrucca orrenda e mal sistemata e dal suo linguaggio. Certo può succedere che un’ acconciatura non  sia perfetta, ma in teatro e non in un film, dove una grande attrice  impersona un piccolo ruolo fatto quasi esclusivamente di primi piani!
Ottime le interpretazioni di  Rachel Weisz, Paul Dano.

 

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