Quando ho partecipato alla conferenza stampa della stagione sinfonica, sono rimasta attratta nel particolare dalla presentazione del concerto cui ho assistito ieri sera. Le musiche erano di  Jhon Rutter (autore contemporaneo), Franz Shubert e W.Amadeus Mozart. Ciò che mi ha incuriosito maggiormente durante la conferenza stampa di gennaio, è stata la presentazione del baritono Luca Pisaroni che il direttore artistico ha definito come una star mondiale.
Con queste premesse non potevo non ritagliare un po’ del mio tempo per sentire questo artista! Devo dire che mi attendevo qualche cosa fuori dal comune. Così non è stato. Luca Pisaroni è un buon baritono (in qualche momento ho anche avuto il dubbio che potesse essere un tenore) che ha eseguito correttamente una serie di lied di Shubert e Mozart.
Ero seduta in ultima fila di platea e i momenti in cui ho avuto difficoltà a sentirlo sono stati diversi. I brani erano accompagnati dall’orchestra  diretta dal maestro Giampaolo Bisanti, che ha fatto davvero l’impossibile affinchè la voce non venisse sommersa dal suono. L’orchestra del Teatro Lirico di Cagliari ha seguito il gesto sicuro di Bisanti cercando veramente di mettere il baritono in condizioni di poter dare il massimo delle sue qualità.  Personalmente ho sempre sostenuto che i lieder debbano essere accompagnati dal pianoforte col quale sicuramente il baritono si sarebbe trovato pienamente a suo agio.
Come faccio da sempre quando assisto ad un concerto, (soprattutto da quando sono passata dal palcoscenico alla platea), ascolto anche i pareri di chi  in sala occupa i posti in  punti diversi dal mio. Chi stava nelle prime file ha apprezzato il baritono  in tutte le sue sfumature, chi invece era vicino a me ha condiviso la mia delusione.  Di belle voci ce ne sono tantissime e sinceramente definire Pisaroni un fenomeno mi è parso davvero esagerato.
La prima parte del concerto conprendeva l’esecuzione del “Magnificat” per coro e soprano di Jhon Rutter  autore contemporaneo che non conoscevo . La voce solistica era affidata al soprano Daniela Schillaci che è stata all’altezza della situazione. La sua è una voce pulita, timbratissima sempre fuori dall’orchestra sia nel forte che nelle bellissime mezzevoci.  Il coro (preparato da Gaetano Mastroiaco), impegnato in tutti i 40 minuti di musica corale , ha avuto dei bellissimi momenti. Purtroppo i mali di stagione (e la crisi economica dei teatri) ha penalizzato il numero degli artisti del coro, e questo si è sentito soprattutto in quei momenti in cui erano previsti interventi delle singole sezioni.
Il direttore Giampaolo Bisanti (nominato da qualche giorno Direttore Stabile della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari) ha saputo tenere sempre l’orchestra con la giusta dimensione di suono, tale da non prevaricare mai le voci, rara dote per un direttore, che sempre più spesso tende a godere dell’ampiezza del suono dimenticandosi delle vocalità.
La musica di John Rutter è stata per me una bella scoperta. Ricca e mesta, gioiosa e dolorosa. In alcuni momenti mi ha ricordato la colonna sonora di un famoso film, in altri  alcune danze popolari, ma senza mai perdere  di spiritualità considerato l’alta sacralità del testo.
Di seguito un video-documento della serata

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