Sono stata invitata ad una serata di teatro itinerante a Santu Lussurgiu, paese di montagna dell’oristanese. Un luogo pieno di fascino dove ogni vicolo trasuda di vita antica della Sardegna. Negli anni, il centro storico di questo luogo che stava decadendo è stato in parte ristrutturato. Tante casette sono state rimesse in sesto mantenendo la forma e la struttura originale, per diventare poi piccoli alberghi e BeB . Io stessa ho alloggiato in una di queste case: The Templars Guesthouse. L’arredamento rispetta lo stile della Sardegna dell”800 . In alcuni lati dello stabile sono state lasciate a vista le vecchie mura e le antiche pietre che le compongono. Scale in legno e pietra, finestre con antine, portoncini completi di battacchio , archi. Hanno lasciato anche gli anelli che venivano utilizzati per fermare i cavalli. Cavalli che ancora oggi circolano nelle ripide stradine di ciottoli.
Da dieci anni a questa parte la compagnia del Teatro del segno organizza in questo luogo rassegne e laboratori. Ieri si è tenuto il “Teatro da balcone” del festival Percorsi Teatrali: cinque brevi pieces rappresentate in diversi punti strategici del paese. Abbiamo assistito al Garota de Ipanema di e con Giulia Sanna; Il Provino con Paolo Vanacore e Santina Raschiotti; Memorie e Analogie in Autobianchi di e con Tea Salis e Marco Lai
Il pubblico, accompagnato dal direttore artistico e organizzatore Stefano Ledda, ha seguito gli attori spostandosi da un angolo all’altro del paese dove gli attori recitavano ora da un balcone, da una finestra, da un cortile, concludendo sulla piazza piazza principale da cui è partito .
Qui è stata rappresentata l’ultima performance. I ballerini coreografi Roberto Magnabosco (alla soglia dei 60anni ancora agile ed espressivo) e Giorgia Damasco, accompagnati dalla splendida voce del soprano Elide Uchesu, hanno rappresentato Hijo de luna, suggestiva ed emozionante storia di zingari , narrata (Andrea Marongiu), danzata e cantata in maniera davvero superlativa.
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