Princess Elizabeth playing the piano in Buckingham Palace on July 19, 1946. (Photo by Lisa Sheridan/Studio Lisa/Getty Images)

Ieri, 8 settembre la regina Elisabetta  ci ha lasciato scrivendo ancora una pagina di storia in questo inizio degli anni 20 del 2000. Un inizio caratterizzato da altri elementi come ahimè, la pandemia da Covid 19 e la guerra Russia-Ucraina. Ma io parlo di musica, quella musica con la quale la regina d’Inghilterra aveva un rapporto straordinario  

Fin da ragazza, la regina è stata legata strettamente al mondo della musica. Ha imparato prestissimo a suonare il pianoforte, e nessuno può dimenticare le sue sedute al piano in compagnia del marito Filippo, oltre che, spesso, dei figli e dei nipoti. Ma la regina non era certo una pianista amatoriale. Anzi, la sua formazione musicale, iniziata già durante gli anni della guerra, è stata di altissimo livello.
Prese lezioni da Sir William Henry Harris, organista della Cappella di San Giorgio a Winsdor. Fu lui ad avere il compito importante la formazione musicale della giovane Elisabetta e della sorella Margaret. Una passione che non si allontanò mai dal suo cuore, tanto da portarla a ricevere da due atenei britannici, la University of London e la University of Wales, una laurea in studi musicali.

Negli ultimi anni di vita, anche per questioni di salute, aveva limitato il suo impegno al pianoforte. Tuttavia, la musica non era mai uscita dal suo cuore. Non a caso, aveva istituito da pochi anni la Queen’s Music Medal, una medaglia per premiare i musicisti più influenti a livello globale.

Nonostante i suoi gusti fossero classici e sofisticati, la regina non ha mai disdegnato di applaudire anche le più grandi star del pop. Basti pensare a quando, il 24 ottobre 1965, nominò i Beatles baronetti dell’Ordine dell’Impero Britannico. Una notizia che all’epoca fece scandalo, complice il comportamento non certo irreprensibile dei Fab Four. Lennon dichiarò addirittura di aver fumato uno spinello nel bagno di Buckingham Palace poco prima di ricevere il riconoscimento. Un’onorificenza che poi, d’altronde, avrebbe riconsegnato non molto tempo fa.

Ma non possiamo dimenticare altre illustri onorificenze, come quella concessa nel 1997 a Elton John o quella per Mick Jagger nel 2002.

 

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