di Giampaolo Piga

Ieri ho conosciuto una bellissima persona, e quando si conosce una bellissima persona, tutto diventa bellissimo ed è bellissimo che tutto diventi bellissimo quando si conosce una persona bellissima.

Quello pero’ che mi va di riportare qui, è la sua gioia nel ricordare quando da ragazzo, con una ragguardevole voce cantava “O sole mio“. Ci siamo intesi subito perche’ anche io da ragazzo cantavo “O sole mo” ed è questa canzone che da cigno nero mi ha trasformato in “pavone”…non è un refuso, ho detto proprio pavone.

Napoli per me, anche se ci sono passato solo di striscio, rappresenta un sentimento, e il sentimento dura per sempre, a differenza della emozione che per quanto bella forte è destinata a svanire. Quando poi cantavo le canzoni partenopee, mi trasformavo nello scugnizzo che avrei voluto essere sognando l‘ugola di Enrico Caruso che scugnizzo lo era davvero, e anche io come lui, anche se a Cagliari e non a Napoli, per le strade della citta’ cantavo senza vergogna “Che bella cosa ‘na jurnata ‘e sole…”

E sicuramente senza vergogna parlava anche quella distinta signora che in biglietteria del Lirico, incurante di chi la potesse sentire, raccontava dei suoi amori con una tranquillita’ che un po’ mi ha sorpreso. E mi ha sorpreso e colpito con quanta sicurezza e certezza dicesse all’amica:<< sara’ pur vero che il primo amore non si scorda mai, ma è l’ultimo che vorresti scordare, perche’ è quello che fa piu’ male>>.

Vero o non vero, io non so come stanno questi fatti e non me ne frega nulla, ma oggi è ‘na jurnata ‘e sole” e per me è davvero meravigliosa perche’ la mia amica Cristina mi intervistera’ in diretta ed io non stò nella pelle e nell’attesa me ne andrò per le strade della citta’ e incurante di chi mi giudichera’ urlero’: Che bella cosa ‘na jurnata ‘e sole L’aria serena doppo ‘na tempesta Pe’ ll’aria fresca pare già ‘na festa…… Grazie Cristina

Giampaolo Piga: I racconti del tenore diventano un libro

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