Se non ci fossero stati loro, non ci sarebbe stato il Jazz o la musica moderna.
Il ritmo, l’uso delle percussione o l’uso della voce stessa che non è un veicolo di parole ma strumento musicale al pari degli altri è nato tutto là tra gli schiavi neri degli Stati Uniti.
E tutto questo la musica moderna lo ha sentito suo, l’ha preso, se ne è appropriata, l’ha gettato sul mercato ed ha ottenuto successo.
Il popolo nero, quello importato dall’Africa all’America, sfruttato e maltrattato, sfogava tutto il dolore e la rabbia cantando in gruppo durante il duro lavoro dei campi di cotone e cantava la speranza durante le funzioni religiose.
I testi erano per lo più estratti da brani biblici dove il popolo di volta in volta si identificava col popolo ebreo.
Molte grandi cantanti nere inseriscono nei loro concerti quasi sempre degli spirituals per cercare di fare arrivare un messaggio contro la discriminazione razziale.
STRANGE FRUIT è un brano portato al successo dalla cantante jazz statunitense Billie Holiday, che la eseguì per la prima volta nel nightclub Café Society di New York nel 1939.
E’ un brano che ho amato da subito ed anche io nel mio piccolo l’ho inserito in diversi concerti.
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