Da poco una mia amica ha espresso il desiderio di andare a sentire un concerto classico.
“La musica classica non mi piace però forse, vedendola dal vivo mi potrebbe incuriosire”.
Ho notato che davanti al”orchestra, quella vera, è rimasta letteralmente a bocca aperta.
Allora penso che tutti nella vita almeno una volta dovrebbero andare in teatro a sentire un concerto. Magari cominciando da musiche facili e popolari come quelle che siamo abituati a sentire nelle pubblicità.
E poi gli strumenti.
Lei è rimasta colpita dal contrabasso. Mi chiese che nome avevano quesi chitarroni che stavano sulla destra.
Sorridendo le ho spiegato che quelli erano i contrabassi gli strumenti ad arco dalle tonalità cupe e basse. Il loro suono serve per accompagnare situazioni drammatiche (nell’opera lirica in particolare) o descrivere personaggi o stati d’anumo cupi e vecchi.
Animali pericolosi, situazioni che terrorizzano come i temporali o addirittura la morte.
Il contrabasso è il più grande del gruppo strumenti ad arco di cui fanno parte i violini,viole, violoncelli e appunto i contrabassi.
Ha quattro corde d’acciaio e viene suonato con un arco corto e robusto.
Nel Jazz però il contrabasso viene suonato prevalentemente col pizzicato e non con l’arco e dove è passato soprattutto grazie a Jimmy Blanton (fine degli anni ’30), dalla funzione di accompagnamento ritmico-armonico a grandi possibilità di solismo
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