madama-butterflyNelle città, nelle scuole e nei teatri, quando si vuole far conoscere la propria cultura si organizzano i gemellaggi o comunque degli scambi culturali.

Ad esempio: un Teatro organizza una Stagione lirica inserendo nel cartellone un’opera bulgara, per poter far conoscere al proprio pubblico la musica di questo paese. Ovviamente per la buona riuscita dello spettacolo si farà in modo che gli artisti siano bulgari: dall cast dei solisti al direttore d’orchestra, dagli scenografi ai costumisti .

Lo scorso anno il Teatro Lirico di Cagliari si è spostato a Wiesbaden in Germania, per rappresentare la Lucia di Lammermoor in una bellissima edizione con un cast ovviamente italiano . Questa è la logica!

Ma presentare nel proprio paese italiano, un’opera italiana fatta da un cast di stranieri lo trovo alquanto sorprendente. E’ infatti ciò che si evince guardando il cartellone della nuova stagione lirica cagliaritana in particolare dell’opera Madama Butterfly, italianissima, musicata dall’italianissimo Puccini e scritta dai librettisti Illica e Giacosa, ma che sarà rappresentata da un cast quasi completamente straniero, eccolo di seguito:

Ausryne Stundyte nel ruolo di Cio-cio-san, Giuseppe Varano in quello di Pinkerton e Marcello Rosiello in quello del console americano Sharpless, mentre Junhua Hao nelle vesti dell’ancella Suzuki. Mariusz Treli?ski, con Boris Kudli?ka per le scene e Magdalena Teslawska e Pawel Grabarczyk per i costumi, firma un’affascinante messinscena, moderna, sobria e nel totale rispetto del dettato pucciniano, proveniente dal Teatr Wielki Opera Narodowa di Varsavia. La direzione d’orchestra è affidata a Julian Kovatchev, direttore bulgaro.

Ma è possibile che non ci fossero artisti italiani in grado di rappresentare quest’opera nel nostro teatro?

One response

  1. A parte staff registico & C., sembrano straniere solo Ciociosan e Suzuki. Aspettiamo e ascoltiamole e poi giudicheremo.
    Quanto agli italiani sono presentissimi anche in Carmen che sarà data giustamente in francese. Per me, tranne casi sporadici – Antoniozzi e Fabbricini su tutti – sono ultra sconosciuti. Che Dio ce la mandi buona …

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