La soddisfazione di plasmare una voce dal nulla e vederne i risultati è immensa. Il primo insegnante di canto è come il maestro delle scuole elementari che insegna a scrivere le prime paroline fino alla composizione di una frase.
Nel canto le prime cose da migliorare sono i suoni emessi attraverso le vocali e le consonanti. Quei suoni che prima erano fissi, sgraziati , aperti e sfiatati, diventano pian piano timbrati, morbidi e piacevoli all’ascolto. Quel fiato prima ansimante e alto, diventa naturale senza costrizioni del collo e delle spalle e soprattutto senza contrazioni del viso. Questo verrà emesso con delicatezza come a voler simulare un massaggio sulle corde vocali. L’insegnante deve avere molta pazienza e costanza, e soprattutto capacità comunicativa. Non ci sono vocalizzi standard ma questi devono essere personalizzati in base alle esigenze del singolo allievo. Anche l’allievo deve avere molta pazienza , collaborando col maestro ed esercitandosi nei giorni di pausa da una lezione all’altra solo su ciò che l’insegnante chiede senza strafare. .
Nel passaggio dai vocalizzi al’uso della parola sulla melodia, il lavoro importante è quello dello studio del legato. La parola, ben articolata non deve interrompere la colonna del suono. Il risultato è sorprendente.
Il lavoro più impegnativo è sicuramente quello di riuscire a far amalgamare la voce nel punto d’incontro dei passaggi di registro senza scalini e interruzioni di suono.
Alla fine dell’anno, gli studenti che hanno raggiunto un buon risultato, si esibiscono in un saggio finale, davanti ad un pubblico di amici e parenti. La reazione davanti al pubblico con il controllo dell’emozione fa parte del gioco.
Nel video sottostante l’allieva Chiara Irde della scuola Vi.U. Music Academy di Cagliari alla sue prima esibizione pubblica.
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