Fin da bambina ho sempre respirato musica di ogni genere compresa naturalmente la classica e la lirica perchè mio padre era un grande appassionato. Ricordo benissimo il Rigoletto, edizione Fratelli Fabbri, che lui acquistava in edicola (come altre opere), ogni settimana, in dischi di vinile con relativo libretto. Il dopo pranzo era caratterizzato dall’ascolto di questi dischi. Mi piaceva sfogliare gli allegati che raccontavano la trama delle opere e che contenevano le foto dei cantanti protagonisti. Ricordo che, soprattutto le donne erano  in abbondante sovrappeso tant’è che ne avevo dedotto che i cantanti lirici se non erano robusti non potevano cantare l’opera, e questa era la mentalità “all’antica”

 Naturalmente ciò non è assolutamente vero, anzi è stato dimostrato che il sovrappeso in tante occasioni penalizza il cantante sia nella  nella voce che nei movimenti scenici. Negli ultimi 30-40 anni i registi hanno cominciato a pretendere cantanti che avessero un aspetto più consono ai personaggi che avrebbero interpretato e, a parità di voce (ma non sempre) veniva scelto quello più longilineo .

La grande Callas,  al suo debutto italiano all’Arena di Verona , fu stroncata dalla critica più per il sovrappeso che per la voce . Da lì a poco l’artista greca decise di cambiare sottoponendosi ad una dieta ferrea e affidandosi  alle più famose case di moda affinchè ne curassero anche la sua immagine.Da allora in poi tutti la notarono . Fu una vera apripista in questo ed è così che finalmente abbiamo potuto ascoltare e vedere sui palcoscenici delle Violette verdiane o Mimì pucciniane malate di tisi, più veritiere, Alfredo e Rodolfo più avvenenti.  Impossibile non citare la mia conterranea Giusy Devinu, un vero «physique du rôle» per un ruolo tanto difficile vocalmente ma anche scenicamente come quello della Traviata!

 Alla fine degli anni 80, all’Anfiteatro romano di Cagliari, rappresentavamo Turandot (La Principessa era forse uno dei personaggi che ancora mantenevano l’aspetto giunonico) la cui interprete era Francesca Patanè. Una vera principessa sia nell’aspetto da Top model che nella voce. I profani si chiedevano da dove potesse provenire tanta quantità di suono! Era evidente quindi, che la voce,  non potesse dipendere dalla massa grassa bensì dalla dimensione della laringe e dall’ampiezza della maschera del viso, cassa di risonanza di un soprano. Lei ne era una prova tangibile.

L’ultimo romanzo giallo di Ignazio Salvatore Basile ambientato al Teatro Lirico di Cagliari

 

One response

  1. … e infatti sono rimasto affascinato sia dal fisico che dalla bellissima voce della soprano Nadine Sierra che, per certe tonalità, mi è sembrata pari, se non superiore alla Callas!

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