Una cosa che mi attira maggiormente in un attore, prima di tutto è la voce, prima ancora del suo viso o della sua recitazione. Gigi Proietti era uno di questi. L’attore scomparso oggi ad 80 anni è sicuramente uno dei pochi che mi ha veramente divertito e attratto per le sue doti vocali e artistiche. Una voce baritonale che lui usava giocando con i suoi registri vocali. Indimenticabile in proposito, il suo doppiaggio del Genio di Aladdin nel film della Disney
Teatro, Cinema, televisione, musical e lirica. Per quest’ultima è stato regista e davvero mi spiace non aver avuto la fortuna di conoscerlo e di poterci lavorare.
Il suo approccio con la lirica e sicuramente il più esilaramnte, è stato con la Tosca 1973, nel ruolo di Mario Cavaradossi nella pellicola di Luigi Magni, accanto ad attori del calibro di Monica Vitti (Floria Tosca), Vittorio Gassman (barone Scarpia), Umberto Orsini (Cesare Angelotti) e Aldo Fabrizi (Governatore), rivisitazione in chiave ironico-grottesca dell’omonimo dramma di Victorien Sardou
In seguito Proietti ha firmato nove regie liriche, lavorando sempre fianco a fianco con lo scenografo e costumista Quirino Conti.
L’esordio del 1984 è nel nome di Giacomo Puccini, con Tosca al Teatro Verdi di Pisa, nel cast Olivia Stapp, Nicola Martinucci e Silvano Carroli.
Nel 1985 cura la regia di Don Pasquale di Donizetti al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, protagonisti Natale De Carolis e Amelia Felle, dando vita a uno spettacolo brillante, pulito
Nel 1986 è alle prese con il suo primo titolo verdiano, Falstaff, proposto al Grand Théâtre de Genève con Ruggero Raimondi, Daniela Dessì, Barbara Bonney e Robert Gambill guidati dal grande sir Jeffrey Tate:
Sempre nel 1986, al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Gigi Proietti è regista de Le nozze di Figaro con, sul podio, Massimo De Bernart.
Lo stesso componimento mozartiano verrà nuovamente affrontato, nel 2005, al Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Gianluigi Gelmetti e con, fra gli altri, Alex Esposito, Laura Cherici, Marco Vinco, Laura Polverelli e Bruno Praticò.
Nella stagione 1995/1996, sempre al Costanzi di Roma, si cimenta con successo in un’opera abbastanza rara, Benvenuto Cellini di Hector Berlioz, produzione monumentale e fastosa con oltre 370 differenti costumi e repliche tutte sold out: un’edizione elegante, ambientata nell’Urbe rinascimentale di papa Clemente VII, con la riproduzione fedele e accurata di ambienti quali piazza Colonna e i Palazzi Apostolici.
Nel 2002 è la volta di un’altra composizione del Salisburghese, Don Giovanni, allestito all’Opera di Roma, con Roberto Scandiuzzi, Natale De Carolis (Leporello), Mariella Devia (Donna Anna), Anna Caterina Antonacci (Donna Elvira), Raul Gimenez (Don Ottavio), diretti da Gianluigi Gelmetti. Lo spettacolo è stato riproposto, in una versione ridotta e rimodulata per l’occasione, anche all’aperto, in Piazza del Popolo, sempre nell’estate del 2002.
Nel 2009 Proietti, assieme al fedele Quirino Conti, debutta al Teatro Verdi di Salerno con la sua seconda e ultima opera del Cigno di Busseto, Nabucco (ripresentato nel 2010 al Politeama di Catanzaro): un allestimento sobrio ed essenziale, stilizzato e privo di orpelli folkloristici, estremamente elegante e lineare. Sul podio troviamo Daniel Oren, in palcoscenico l’inossidabile Leo Nucci e Dimitra Theodossiou. L’ultima sua regia operistica, Gigi Proietti la firma nuovamente al Verdi di Salerno, nel novembre 2010, ancora con la direzione di Oren: Carmen di Bizet, protagonisti Anita Rachvelishvili, Marco Berti, Irina Lungu e Mark Steven Doss. La sua è una rilettura raffinata ed efficace, con interessanti reminiscenze picassiane, apprezzata dal pubblico presente in sala.
Di seguito il film completo del suo Cavaradossi in Tosca
Ho avuto la fortuna di assistere alla versione ridotta del Don Giovanni nel 2002 in Piazza del Popolo. Ottima performance condotta con intelligenza e sensibilità.
Abbiamo perso un grande artista e un grande uomo.
una grande fortuna