La rassegna NurArcheoFestival, produzione de Il crogiuolo, prende il via lunedì 17 luglio, alle ore 20:30, con un’anteprima speciale presso l’area archeologica S’Arcu e is forros di Villagrande Strisaili, con SOGNO CREATORE, una produzione di Bluemotion, ideazione, drammaturgia e regia di Giorgina Pi, con Sylvia De Fanti, Alexia Sarantopoulou. Un progetto di ricerca sul tema del sogno e della sua potenza creativa.
Un’indagine del rapporto tra mondo onirico e scrittura, passando dal corpo che genera suono e immagini. La prima traccia del progetto è il libro Il sogno creatore della filosofa spagnola Maria Zambrano (1904-1991), in cui il sogno e il suo linguaggio si fanno guida. In questa opera sono i sogni a guidare le parole, costringendole ad affrontare i loro doveri: il tempo, la verità, le maschere personali e sociali. Zambrano fa camminare insieme poesia e filosofia, non creando strappi, come se il sogno contenesse in maniera innata questa convivenza.
Così accade nella poesia di Maria Luisa Spaziani (1922-2014) seconda traccia del lavoro, che nei suoi versi porosi e ardenti dialoga con Zambrano immersa nella vita psichica femminile. Lo scandaglio del mondo onirico di Zambrano assume le sembianze di riflessioni diaristiche su sogni indelebili descritti dai versi di Pallottoliere Celeste di Spaziani, incarnati da Sylvia De Fanti.
La terza traccia viene ripescata indietro nel tempo, nel mistero dei primi studi sui sogni. Il libro dei sogni di Artemidoro, un’enciclopedia teorica e pratica del sogno scritta nel secondo secolo dopo Cristo, si confronterà con la poesia di Niki Rebecca Papagheorghiou (1948-2000), poeta contemporanea che inverte temi e stilemi dei miti annettendoli alla sua vita immaginaria. In particolare la compagnia lavora sulla sua raccolta Il grande formichiere.
Per Papagheorghiou una inquietante stranezza apparenta l’universo della poesia a quello della vita inconscia e del sogno. Il confronto tra appunti e sogni, versi e teoria onirica dall’antichità di Artemidoro al pensiero di Zambrano, vuole creare in Sogno creatore una oniromanzia delle donne del nostro millennio, ma soprattutto permettere sulla scena una resa rispetto alle tensioni contenute nell’ambivalenza dell’idea del sogno. Unite dalla musica, si mischiano la lingua italiana e la lingua greca, in una catena di alleanze ipotetiche di donne visionarie, la scena si trasforma in un luogo dove scandagliare il sé, in un ambiente sonoro elettronico unito a canzoni e a suoni di realtà.
No responses yet