“Sa Bia Sagada” a Santa Giusta col coro polifonico Laconese

A partire dal XIV, XV sec. , sulla scorta dei Vangeli, dei pellegrinaggi ad loca sancta ed alimentata dalla mistica medioevale, comincia a diffondersi la pia pratica della Via Crucis.

Dopo diversi impulsi in varie regioni : Germania, Paesi Bassi, la forma definitiva si affermò nella penisola iberica nel XVII sec. Dalla Spagna la pratica approdò in Sardegna, che si trovava allora sotto il suo dominio. Molti studi sottolineano il ruolo di rilievo giocato dalla Sardegna nel costituire il tramite di diffusione della Via Crucis dalla Spagna all’Italia. In particolare emerge la figura del francescano sardo Salvatore Vitale Contini da Maracalagonis (1581-1647), il quale eresse nel 1628 a Firenze, lungo il percorso che porta alla chiesa di san Miniato, 14 croci rappresentanti le stazioni.

Questa sarebbe, a detta dello stesso Vitale, la prima Via Crucis nella Penisola.

Molteplici sono i motivi di interesse attorno al manoscritto: Modo de hazer las stassiones de la via crucis, in lingua sarda nella varietà logudorese, databile, con buona probabilità, alla fine del XVII sec. Esso si rivela particolarmente interessante dal punto di vista letterario, linguistico, teologico, liturgico e drammaturgico.

Alcune rubriche consentono, inoltre, la ricostruzione delle modalità esecutive del momento paraliturgico. Il nostro testo dovette avere una certa diffusione nell’Isola e costituire il nucleo per ulteriori elaborazioni.

Nella rubrica, posta alla fine del manoscritto, troviamo indicazioni sullo svolgimento della Via Crucis, come il numero dei passos (sempre diversi) che separano le diverse stazioni. Queste misure, ricavate dai rapporti di viaggio redatti dai pellegrini in Terrasanta, avevano lo scopo di riprodurre fedelmente l’itinerario della Passione. Dopo le parti introduttive, svolte in chiesa, la processione parte al canto del Miserere (si partit nerendi su Miserere, lompidu a sa prima rugue narat unu a bogue alta…)
All’annuncio di ogni stazione segue l’orazione propria (Offerimentu), poi si bacia la terra, ci si raccoglie qualche istante (basat sa terra et si privat unu pagu). Dopo una formula in cui si glorifica la Passione e Morte redentrice di Cristo, un Pater Ave e Gloria, la processione s’incammina computando i “passos” stabiliti.

Il 12 aprile, alle ore 19,00,  nella Cattedrale di Santa Giusta,  si terrà una sacra rappresentazione: “La Bia Sagada”, atto scenico spirituale di canti e parole.  Si esibirà il coro Polifonico Laconese diretto da Lorenzo Zonca con la collaborazione artistica Antas Teatro e Quinte Emotive  con la regia di Giulio Landis. Scrittura scenica in italiano di Fabrizio Carta.

Vedi dettagli nella locandina sottostante

 

 

 

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